Genova. La lunga giornata di protesta dei lavoratori Fincantieri si chiude con la lettura della email di convocazione per il vertice del 3 giugno a Roma, dove i sindacati si confronteranno con l’azienda, il ministro Paolo Romani e sembra anche Giulio Tremonti, titolare del dicastero dell’Economia, più volte chiamato in causa dagli operai e dai sindacati.
Il coro del mondo politico, soprattutto di quello genovese, è stato unanime anche oggi: “No alla chiusura di Sestri Ponente, il piano così è inaccettabile”. Perplessità sono arrivate anche dallo stesso ministro Calderoli che ha sollecitato Romani a convocare al più presto il vertice.
La data del 3 giugno è dunque sembrata un piccolo spiraglio in una situazione drammatica, che ha toccato momenti di grande tensione, culminati negli scontri tra polizia e lavoratori davanti al palazzo della Prefettura, dove il corteo degli operai, dopo aver attraversato la città, aveva deciso di fermarsi fin quando non fosse arrivata una risposta da Roma.
Letta la risposta, i sindacati hanno comunque ribadito che lo stato di agitazione continuerà fino a venerdì prossimo “perchè non si può lavorare con una pistola alla tempia”. Dalle forze politiche è arrivata solidarietà e vicinanza alla protesta, mentre, in attesa della riunione di domani in Regione, la sindaco Vincenzi ha preannunciato battaglia fino alla fine: “Se nell’incontro del 3 giugno non si aprirà una trattativa seria chiederò lo sciopero generale di Genova”.
Per la senatrice Roberta Pinotti, Pd, però, la “il 3 giugno è tardi, visto lo stato di tensione e preoccupazione dei lavoratori”. Va chiesto quindi l’intervento del governo, principale azionista di riferimento di Fincantieri e quindi maggiormente responsabile, “nel suo complesso e immediatamente, scongiurando l’ipotesi irricevibile dello smantellamento degli impianti produttivi”.
Dal mondo industriale, il presidente di Confindustria Giovanni Calvini ha auspicato che “nell’incontro fissato a breve con l’azienda e con i sindacati, il Governo possa proporre iniziative finalizzate a limitare gli effetti negativi di questa grave crisi sul comparto della navalmeccanica”. Calvini ha poi spiegato che “dalle dichiarazioni dei vertici di Fincantieri, sembra possa esserci un’apertura da parte dell’azienda affinché le ricadute sull’occupazione, a Genova e a Riva Trigoso, siano più contenute e con implicazioni sociali di minor impatto”.
Da parte di Confindustria Genova, è stato inoltre ribadito l’impegno “di mantenere la vocazione industriale delle aree interessate e la continuità dell’attività lavorativa, progettando un futuro che sia comunque coerente con l’evoluzione della domanda interna e dei mercati internazionali”.
Domani, nel cantiere di Sestri Ponente destinato dal piano industriale a un’imminente chiusura, i lavoratori decideranno le prossime mosse, non garantendo però la produttività almeno fino a venerdì 3 giugno.
Anche il vicepresidente dell’esecutivo comunitario, Antonio Tajani, ha assicurato che sarà fatto tutto il necessario per mettere in campo gli strumenti di cui l’Europa dispone, in primo luogo il Fondo europeo di aggiustamento per la globalizzazione. Da questo Fondo potrebbero venire aiuti per alcune decine di milioni di euro per fronteggiare l’emergenza occupazione.