Economia

1500 esuberi in Fincantieri, Manganaro (Fiom): “Pronti a scendere in piazza”

bruno manganaro

Genova. Da indiscrezioni trapelate nelle scorse ore, sembra che il piano industriale di Fincantieri, che lunedì a Roma verrà presentato ufficialmente ai sindacati, preveda un esubero di 1500 dipendenti. Esuberi che, secondo quanto sosterrebbe l’azienda, non dovrebbero tramutarsi in licenziamenti, ma portare comunque forti modifiche soprattutto nei cantieri liguri di Riva Trigoso e Sestri Ponente.

“Per sapere ufficialmente come stanno le cose dovremo aspettare lunedì, ma se veramente le prospettive fossero quelle preannunciate noi non ci staremo e quindi avvisiamo fin da adesso i cittadini genovesi perché già martedì potranno assistere a una giornata molto calda – spiega Bruno Manganaro, segretario Fiom Cgil – quello che è stato prospettato, infatti, significherebbe la chiusura definitiva dei due cantieri liguri, quindi niente più futuro per circa 1000 dipendenti, che entrerebbero in cassa integrazione senza sapere quando e se rientreranno mai a lavorare”.

Da quanto trapelato, infatti, sembra che l’azienda abbia deciso di sopprimere la parte navale a Riva Trigoso, per mantenere e potenziare solo l’officina meccanica. “E’ ovvio che questo non abbia nessun senso – continua Manganaro – insieme alla parte navale scomparirebbe definitivamente tutto il cantiere. La stessa cosa vale per Sestri Ponente. Sembra infatti che l’azienda abbia intenzione di confermare la realizzazione del ribaltamento a mare, ma che proprio per questo motivo il cantiere diventerebbe inagibile per tre anni, lasso di tempo in cui i lavoratori sarebbero ricollocati a Muggiano. Anche in questo caso si tratta solo di una presa in giro, che porterebbe alla perdita di centinaia di posti di lavoro”.

Manganaro precisa che non c’è ancora nulla di certo, ma che su tutto questo dovesse effettivamente essere confermato lunedì a Roma, le ripercussioni saranno forti. “Noi non ci staremo. Abbiamo già convocato le assemblee per martedì e siamo pronti a scendere in piazza con tutta la rabbia dei lavoratori”.

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