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Tirreno Power, domani delegazione di lavoratori in consiglio regionale: a rischio commessa Ansaldo Energia

palazzo regione

Vado Ligure. Una quindicina di lavoratori e rappresentanti della Rsu della Tirreno Power di Vado, insieme ad un gruppo della Rsu dell’Ansaldo, parteciperanno al consiglio regionale in programma domani a Genova. Di fronte al silenzio sull’eventuale accordo tra Regione e azienda sulla realizzazione del nuovo gruppo a carbone da 460 Megawatt, i sindacati chiederanno spiegazioni. L’accordo è in bilico e la questione ha messo in sospetto lavoratori e rappresentanze sindacali anche a Genova, dove Ansaldo Energia conta su una commessa che impiegherebbe numerosi operai metalmeccanici nelle attività di cantiere connesse alla realizzazione del progetto e nella manutenzione dei nuovi impianti di produzione.

“Siamo in attesa delle decisioni di Tirreno Power e, vista la mediazione ragionevole del presidente Burlando, contiamo che venga accettata la proposta della Regione – sottolinea Bruno Manganaro, segretario genovese della Fiom Cgil – Considerata la difficoltà di Ansaldo nei Paesi del Nordafrica per la crisi nel Mediterraneo, perdere la commessa di TP sarebbe un grave colpo. Con pesanti ricadute occupazionali e la messa in moto di un possibile processo di cassa integrazione”.

“In consiglio regionale andrà una delegazione che vuole avere delucidazioni e garanzie – spiega Fulvio Berruti, segretario provinciale Filctem Cgil – Esprimeremo le nostre preoccupazioni. Ormai ci avviciniamo a metà aprile, alla data secondo cui l’intesa doveva essere perfezionata. Siamo preoccupati, non sappiamo se il progetto industriale corretto, così come proposto dalla Regione, sia stato calibrato o meno sulla controproposta dell’azienda, se sia stata trovata la condivisione. Vogliamo sapere”.

“Più passa il tempo è più il progetto di ampliamento diventa un tormentone” conclude Berruti. La Regione Liguria ha proposto la realizzazione del nuovo gruppo a patto che i due esistenti, da 330 megawatt ciascuno, vengano distrutti all’entrata in funzione di quello nuovo. L’azienda, inoltre, potrà realizzare in sostituzione dei due che verranno distrutti un nuovo gruppo che non superi le emissioni di quello da 460 Megawatt. “Così avremo due gruppi ‘supercritici’ di nuova generazione, invece di un nuovo gruppo e due revampizzati” ha detto il governatore regionale Claudio Burlando. Ma la dirigenza della centrale termoelettrica ha opposto alcune forti riserve all’ipotesi della Regione, sostenendo che gli accorgimenti ambientali sulle emissioni sarebbero salvaguardati anche con il progetto originario.

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