Cronaca

Sequestrata discarica abusiva: rifiuti pericolosi a Sant’Olcese

provincia genova

Genova. Bruciavano plastica, rifiuti di lavorazioni artigianali e industriali, stoccati senza alcuna autorizzazione in una zona di
Sant’Olcese a vincolo paesaggistico e idrogeologico, provocando emissioni di fumi pericolosissime per l’ambiente e la salute pubblica, come quelle di diossine e altre sostanze incontrollabili e dannose e insieme all’aria inquinavano il terreno spargendo le ceneri dei rifiuti lungo la scarpata che scende al torrente Sardorella.

Gli inquinatori sono stati colti sul fatto dal nucleo ambientale di polizia giudiziaria della Polizia Provinciale di Genova, intervenuto durante un’operazione di controllo del territorio e coordinato dal commissario Paolo Lo Re. Scoperta questa grave situazione ambientale, la Polizia Provinciale ha così immediatamente fatto spegnere i fuochi abusivi e pericolosi, messo sotto sequestro giorni un’area di 9000 metri quadri ed eseguito i campionamenti delle ceneri dei rifiuti e delle porzioni di terreno, lungo la scarpata del torrente Sardorella, che hanno evidenziato la presenza di materiali plastici bruciati e idrocarburi.

Nell’area sono state sequestrate anche numerose batterie esauste al piombo, taniche e altri contenitori con residui di sostanze oleosi di natura sconosciuta; numerosi fusti metallici corrosi e degradati, elettrodomestici fuori uso, vecchi pneumatici per vetture e autocarri; parti e carcasse di veicoli. Per tutte queste violazioni la Polizia Provinciale ha segnalato alla Procura della Repubblica due persone, il responsabile legale della ditta che gestisce l’area ed un socio.

“Un’operazione molto importante ed efficace della Polizia Provinciale – dice l’ assessore Piero Fossati – a tutela dell’ambiente, patrimonio fondamentale di tutti. Quello appena sventato a Sant’Olcese è un fenomeno gravissimo, perché dare fuoco a cumuli di rifiuti di vario tipo abbandonati produce un inquinamento ripetuto, sistematico e dannosissimo per la salute pubblica, e spesso questa assurda e pericolosa pratica viene eseguita per recuperare e rivendere metalli da cavi elettrici. Noi continueremo a vigilare, con la collaborazione degli enti locali e dei cittadini, per combattere sul territorio queste forme di pericolosissime emissione inquinanti altamente tossiche”.

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