Genova. Giovanni Antonio Rasero doveva essere condannato all’ergastolo, o almeno a 30 anni di reclusione, il massimo della pena stabilito per l’omicidio volontario aggravato dalla minorata difesa. E’ quanto chiede la Procura Generale di Genova che oggi ha depositato appello nei confronti della sentenza della Corte d’Assise che invece ha condannato a 26 anni l’ex broker per l’omicidio del piccolo Alessandro Mathas di 8 mesi, ucciso la notte del 15 marzo 2010 in un residence di Nervi.
Secondo la Procura Generale, infatti, le aggravanti dei futili motivi e delle sevizie escluse dai giudici dell’Assise, sono sussistenti e avrebbero comportato la pena dell’ergastolo. I periti riferirono che le bruciature, il morso al piedino e il pizzicotto furono fatti o subito prima o subito dopo la morte del piccolo ad eccezione di una bruciatura all’anca che risulta sicuramente inferta quando il piccolo era ancora vivo. Secondo la Procura Generale i giudici si sono riferiti al ‘subito dopo’ asserendo che le bruciature, il morso e il pizzicotto furono inferti per verificare se il bimbo era ancora vivo.