Genova. “Questo piano di accoglienza non è stato desiderato dalla Liguria, ma c’è e va gestito così come il governo ha chiesto”. Così Pierluigi Vinai, segretario Anci Liguria, riflettendo sull’emergenza profughi che sta interessando la Liguria.
“Noi stiamo lavorano affinché le autonomie locali possano, in un’ottica corretta con il federalismo, decidere in casa loro che tipo di accoglienza dare. Abbiamo quindi previsto un lavoro faticoso di convincimento e di approfondimento inviando un piano che ci ha permesso di far diminuire le unità di immigrati previsti: 60 in tutto e senza minori”.
“Siamo lontani dai 273 previsti nei giorni scorsi – continua Vinai – Ci siamo fatti conteggiare anche i 150 di Ventimiglia. Anche se li si tratta solo di transiti – spiega – era giusto che venisse riconosciuto alla Liguria questo status”.
Ma mentre si discute ancora se si tratta di profughi o clandestini e continuano le polemiche in Liguria riguardo anche l’articolo 20 del testo unico sull’immigrazione, Vinai chiarisce ai nostri microfoni: “La legge Bossi-Fini del 1998 cita testualmente: ‘Le misure di protezione temporanea sono da adottarsi per rilavanti esigenze umanitarie in occasione di conflitti e disastri naturali in paesi non appartenenti all’UE”‘.
“In conferenza unificata – continua Vinai – i ministri Fitto e Maroni hanno stabilito che il sistema di protezione civile estendesse l’emergenza umanitaria con spirito di collaborazione a tutte le regioni in maniera equa, escluso l’Abruzzo per ovvie ragioni, non facendo distinzione tra i tunisini clandestini e coloro che fuggono da conflitti, come i libici”.
“Se il governo ha sancito questa cosa non possiamo fare discussioni inutili. Piuttosto occorre vedere se c’è la possibilità in sede locale di un piano coordinato per la dislocazione – conclude il segretario di Anci Liguria – Diversamente sarà la protezione civile a decidere per noi”.