Genova. Ivano Damiani Paganetto è stato dichiarato incapace di intendere e di volere da entrambi i periti, quello del gip, Roberto Fucigna e quello della difesa, al termine l’incidente probatorio. L’uomo, 37 anni, in cura per problemi psichici, nel gennaio scorso aveva ucciso il patrigno con un coltello da cucina nel loro appartamento di Pegli, ritendolo responsabile dei problemi di famiglia.
Davanti alla madre, Paganetto aveva colpito il patrigno Luciano, 77 anni, che lo aveva allevato come un figlio fin da piccolo, con una lama lunga 40 cm, per 15 volte, e aveva poi tentato il suicidio.
Ivano, che aveva una passione sfrenata per gli scacchi, era in cura da diversi anni per una forma di psicosi schizofrenica ma nell’ultimo periodo prima dell’omicidio, rifiutava le medicine perché temeva di essere avvelenato, motivo questo di liti con i familiari.
Secondo quanto confermato dai due periti l’uomo soffre di schizofrenia paranoide e al momento dell’omicidio aveva avuto uno scompenso psicotico acuto, dovuto all’interruzione della terapia. Damiani, attualmente è in carcere, ricoverato nel repartino di Marassi, ma dato l’esito dell’incidente probatorio, il suo legale, l’avvocato Alessandro Sola, potrebbe chiedere presto la revoca della misura.