Legambiente: “Genova copre il 13,5% del fabbisogno elettrico con le rinnovabili”

treno verde legambiente

Liguria.Secondo “Comuni Rinnovabili 2011”, il rapporto di Legambiente che premia i comuni che si sono contraddistinti per la diffusione delle energie verdi, la rivoluzione energetica comincia dal basso e Genova, grazie a un mix di fonti rinnovabili, composto da biogas, mini idroelettrico, fotovoltaico e mini eolico, ad oggi riesce coprire il 13,5% del fabbisogno elettrico delle famiglie residenti. Ma si sta muovendo per migliorare la sua efficienza energetica.

Anche in provincia di Genova la risposta è abbastanza positiva: ad esempio a Propata, un piccolo centro che con il suo mini impianto idroelettrico riesce a coprire il fabbisogno energetico di tutto il comune, o Mignanego che copre l’80% del fabbisogno energetico dei suoi residenti. Mentre nel resto della regione troviamo comuni come, San Lorenzo al Mare in provincia di Imperia e Laigueglia in provincia di Savona, che si sono distinti per alcune buone pratiche applicate nell’ambito dell’edilizia pubblica.

“L’Italia non ha bisogno di nuove centrali nucleari, ma semplicemente di incentivare la crescita delle fonti rinnovabili in sostituzione di quelle fossili – ha dichiarato Elena Dini, responsabile energia per Legambiente Liguria – Solo con la nascita di una vera e propria rivoluzione energetica, peraltro già in atto, come dimostra il discreto andamento delle rinnovabili nella nostra Regione ma che è pronta a fare ancora di più, capace di contrastare i cambiamenti climatici, di innovare processi e prodotti sarà infatti possibile dare risposte concrete alla crisi economica. I cittadini non devono lasciarsi ingannare dalla finta pausa di riflessione annunciata dal Governo con la moratoria di un anno o dagli attacchi sui costi delle rinnovabili con il solo obiettivo di depotenziare il referendum in programma il 12 e 13 giugno. Gli ultimi sondaggi già dimostrano che gli italiani sul nucleare la pensano ancora come 24 anni fa e che sono pronti a respingerlo nuovamente votando Sì al referendum”.

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