Genova. Sabato prossimo anche Genova tra le molte piazze d’Italia sarà il palcoscenico per la mobilitazione “il nostro tempo è adesso”, che ha preso corpo da 14 promotori che hanno redatto un manifesto che si è rapidamente e capillarmente espanso in tutto il territorio nazionale (ma anche all’estero).
La manifestazione, promossa anche a Genova da firmatari raccoglierà studenti e lavoratori precari intenzionati a riprendersi la propria vita e il proprio tempo, decisi a lottare in un’azione comune perché ormai si è infranta l’illusione della salvezza individuale. Le richieste sono più diritti e opportunità.
“Non possiamo non raccogliere questo grido disperato e dignitoso – dice Laura Paleari, referente per Sinistra Ecologia e Libertà per la precarietà – la questione non è solo giovanile si tratta di milioni di persone, di intere generazioni a cui è stata preclusa la possibilità di una vita e del futuro. Si tratta del riconoscimento del diritto allo studio, al lavoro, alla casa, alla salute. La precarietà è una condizione che spreme e spreca grandi risorse in un Paese ormai alla deriva che non riconosce l’essere umano e non valorizza i talenti. Sabato sarò in piazza come donna e precaria storica (15 anni a luglio) assieme agli eroi del nostro tempo perchè il nostro tempo è adesso e non ci sono più scuse per rimandare”.
“Sel sarà alla manifestazione di sabato – dichiara Valerio Barbini, coordinatore Sel Genova – perché oggi molte delle migliori energie di questo paese sono costrette in un regime di precarietà che pervade tutti gli aspetti della vita, che non permette loro non solo di costruire il proprio futuro ma di vivere appieno il presente. Precarietà non solo nel lavoro, pensiamo anche alla precarietà delle relazioni, in un paese che non riconosce coppie di fatto e matrimonio omosessuale, o al diritto allo studio che fuori dai principi si scontra con tagli ai finanziamenti e difficoltà quotidiane come all’esclusione sociale delle cittadine e dei cittadini migranti.”
“ Parliamo di giovani, studenti, ricercatori, lavoratori dello spettacolo e della cultura come di tutti i settori – continua Barbini – che devono tornare protagonisti, loro sono la nostra idea di sviluppo”.