Cronaca

Comitato Porto Aperto: anche Pericu e Novi alla prima assemblea pubblica

comitato porto aperto

Grande affollamento ieri sera alla prima assemblea pubblica convocata dal neonato Comitato Porto Aperto durante la quale si è discusso del futuro del porto e in particolare del problema relativo alla collocazione del sesto bacino di carenaggio.

Le circa 150 persone presenti all’evento che si è svolto presso la Cappella Grimaldi della Chiesa di Santa Maria di Castello, in pieno centro storico, hanno ascoltato con interesse e partecipazione gli interventi degli organizzatori del Comitato Porto Aperto (il Presidente, Fulvio Silingardi, e i Vicepresidenti Roberta Bergamaschi Cesana, Francesco Bisceglia, Marco Fallabrini e Alfredo Ziello), e sono intervenuti con numerosi contributi alla discussione.

Al centro del dibattito, la possibile allocazione del sesto bacino di carenaggio all’interno del Porticciolo Duca degli Abruzzi, progetto promosso da Confindustria e al vaglio dell’Autorità Portuale.

“Riteniamo che per l’economia portuale genovese sia indispensabile la realizzazione della “sesta vasca” – ha esordito Fulvio Silingardi – ma vogliamo che la struttura trovi una collocazione alternativa a quella proposta, per una evidente serie di motivazioni urbanistiche e ambientali che non vogliamo vengano sottovalutate”.

Il Comitato definisce “ecomostro” il progetto di Confindustria: una struttura galleggiante di 370 metri di lunghezza, 79 di larghezza che, con la presenza delle navi, raggiungerebbe i circa 70 metri di altezza. La sua allocazione renderebbe inevitabile il tombamento parziale del Porticciolo Duca degli Abruzzi facendolo di fatto scomparire insieme a tutte le attività nautico-diportistiche che hanno sede in quello specchio d’acqua, e arrecherebbe gravi danni all’indotto e a tutte le attività commerciali delle zone limitrofe del centro storico.

Il Comitato Porto Aperto si oppone al sesto bacino nel Porticciolo per diversi motivi che sono stati esposti e discussi nell’incontro di ieri sera: per il negativo impatto paesaggistico-ambientale della struttura sull’area; per il grave impatto inquinante sull’atmosfera; per le interferenze con la viabilità urbana; per i vincoli ambientali esistenti e per l’inquinamento acustico.

Nel corso dell’assemblea l’esperto grafico del Comitato, Mario Massa, ha mostrato al pubblico alcuni “rendering” da lui realizzati nei quali è stata resa in maniera molto efficace l’idea dell’impatto sul paesaggio genovese nel caso il progetto venisse realizzato.

“L’ interramento del porticciolo Duca degli Abruzzi non tiene minimamente conto della valutazione ambientale già formulata nel 2000 dal Ministero dell’ Ambiente e dei Beni Culturali oltre ai pareri della Soprintendenza e dal competente Ministero in tema di vincoli ambientali e architettonici esistenti e gravanti sull’area e sullo spazio acqueo – ha sottolineato inoltre Roberta Bergamaschi Cesana – E’ nostra opinione che si debba invece recuperare il rapporto tra la città e il mare sviluppando un percorso unico che unisca il Porto Antico e Corso Italia, facendo sì che i turisti dell’Acquario esplorino la città anche in quella direzione”.

A questo proposito è stato presentato un interessante studio di riqualificazione di tutta l’area portuale ad opera dell’architetto Paolo Brescia, che prevede di aumentare notevolmente gli sbocchi al mare per i cittadini genovesi.

Ad avvalorare le ragioni del Comitato Porto Aperto anche due illustri ex amministratori genovesi, Giuseppe Pericu e Giovanni Novi, i cui interventi hanno trovato ampio consenso nella platea.

“Il Duca degli Abruzzi è un patrimonio del centro storico e della città tutta che deve essere tutelato – ha detto l’ex Sindaco di Genova. – Ritengo che il piano regolatore portuale debba essere rivisto magari tenendo conto anche delle ultime versioni dell’Affresco di Renzo Piano, di cui io sono da sempre un appassionato. Per il sesto bacino bisogna sostenere il ribaltamento a mare di Fincantieri – ha concluso Pericu – dato che rappresenta un bene per Sestri perché libera aree portuali per trasformarle in residenziali”.

“Fare un bacino galleggiante nel Porticciolo Duca degli Abruzzi è impensabile dato che sarebbe come una scatola di cioccolatini riempita d’acqua: andrebbe troppo a fondo e il pescaggio in quello specchio di mare è insufficiente – ha aggiunto Giovanni Novi, ex Presidente dell’Autorità Portuale – Anch’io, come il nostro ex sindaco, sono d’accordo che bisogna sostenere il progetto del ribaltamento a mare di Fincantieri”.

Successivamente è intervenuto anche Mauro Rossi (membro della Commissione urbanistica dell’ordine degli architetti della provincia) che ha illustrato un progetto personale molto simile a quello di Confindustria. Al termine della sua relazione residenti, commercianti, e società nautiche hanno espresso il loro dissenso.

Tra i sostenitori del Comitato Porto Aperto è da segnalare infine anche Otello Parodi, il cosiddetto “sindaco dei vicoli”, che con il suo intervento ha confermato l’assoluta apoliticità e trasversalità del comitato.

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