Cronaca

“Boia chi molla”, assessore di Santa Margherita in bilico. De Marchi: “Clima velenoso”

municipio santa margherita

Santa Margherita. Levante sotto la bufera per un nuovo richiamo al ventennio fascista. Dopo il saluto romano dell’ormai ex assessore Gianni Arena, costretto alle dimissioni dal Comune di Rapallo e il cui ricorso è stato bocciato ieri dal Tar, oggi è stata la volta dell’amministrazione di Santa Margherita Ligure alle prese con un “verboso” consiglio comunale, durante il quale l’assessore alla protezione civile, alla cura e manutenzione del territorio, Andrea Bernardin, ha pronunciato la frase di mussoliniana memoria, “boia chi molla”, affermando, in sua difesa, di averla detta ricordandosi la maglietta del portiere nazionale, Gianluigi Buffon.

“Bernardin è troppo giovane per sapere a cosa si riferisca quella frase – ha commentato il sindaco Roberto De Marchi – ciò non toglie che saremo severi nelle valutazioni future. Con la maggioranza decideremo, infatti, se ci siano o meno le condizioni per chiederne le dimissioni”.

“Però – sottolinea poi De Marchi, il cui nome è uscito sulle cronache dei giornali nelle scorse settimane per una vicenda di presunte compravendite di due appartamenti e due box a Gattatico – se Bernadin si assumerà le proprie responsabilità, anche chi, artificiosamente, ha creato questo clima velenoso, dovrà prendersi le sue, e su questo sarò intransigente. Hanno messo in dubbio i principi su cui ho conformato tutta la mia vita. Oggi – ha rincarato il sindaco – ho presentato alla città i documenti inoppugnabili per dimostrare che tutte le cose dette e scritte sono menzogne. Chi di dovere ne prenda atto”.

Secondo il primo cittadino anche l’episodio di oggi è il frutto di un clima creato ad arte dopo la presentazione del progetto del porto. “I 70 milioni che ci girano intorno – ha detto De Marchi – sollecitano appetiti. Vogliono colpire il sindaco per colpire un’ipotesi di sviluppo che tra l’altro non ho neppure ancora sposato. Ho sempre ribadito che il progetto va discusso, ma senza un si acritico e senza un no preventivo”.

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