Sono state le compagnie low cost a trainare, negli ultimi anni la crescita del traffico negli aeroporti italiani rispetto a un andamento sostanzialmente stabile dei vettori tradizionali. E’ quanto emerge da uno studio sull’evoluzione del fenomeno low cost a livello nazionale ed europeo presentato ai vertici dell’Enac, al presidente Vito Riggio e al direttore generale Alessio Quaranta. L’analisi, commissionata dall’Ente per l’aviazione civile alla societa’ Kpmg, ha preso in esame alcuni aeroporti italiani che ospitano voli low cost e li ha confronti con altri scali nei principali Paesi europei, analizzando la rilevanza del comparto in termini di volumi di traffico e di incidenza sul segmento nazionale e internazionale.
Obiettivo del progetto e’ stato quello di fornire all’Enac un quadro conoscitivo completo del fenomeno low cost e ha riguardato la rilevanza dei vettori low cost per il traffico italiano rispetto agli altri Paesi europei; l’evoluzione del traffico low cost in Italia evidenziando differenze e analogie rispetto al contesto europeo; gli effetti economici e sociali dello sviluppo di traffico low cost sulle economie locali e regionali.
Il documento ha evidenziato come il traffico generato dai vettori low cost sia stato negli ultimi anni, e continui ad essere, un elemento di grande propulsione dello sviluppo del settore a fronte di un andamento sostanzialmente stabile dei vettori tradizionali. Preso atto dei contenuti dello studio, il presidente e il direttore generale dell’Enac hanno deciso di convocare a breve un incontro allargato alle principali compagnie aeree e alle piu’ importanti societa’ di gestione aeroportuale per condividere i contenuti dello studio stesso e per avviare una riflessione coordinata sul crescente fenomeno low cost, sulle implicazioni che l’aumento di questo segmento di traffico determina sugli aeroporti interessati, soprattutto su scali grandi che gestiscono principalmente traffico con vettori ‘tradizionali’.
In tale occasione verra’ presentata una sintesi del documento con i dati emersi a livello italiano e con il confronto con l’Europa. L’Ente, inoltre, intende avviare al proprio interno un’analisi in merito all’impatto del traffico low cost sulla regolamentazione del settore. Il fenomeno, infatti, sia a livello nazionale che europeo, non interessa piu’ solo scali minori, ma anche aeroporti che ospitano principalmente traffico di aviazione commerciale con compagnie ‘tradizionali’. Questo comporta la valutazione sulla necessita’ di elaborare una apposita regolamentazione che permetta la convivenza senza problemi per le due tipologie di traffico aereo.
”Anche da questo studio – dichiara Riggio- emerge che la crescita del settore e’ dovuta all’apporto delle low cost e alla forte concorrenza introdotta nel mercato grazie alla liberalizzazione. Viene evidenziato anche come gli aeroporti non possano essere affidati a operazioni finanziarie, ma debbano essere affidati a importanti e complesse strutture industriali. Il compito della regolazione del comparto diventa sempre piu’ essenziale e pertanto non puo’ essere messo in discussione da parte di singoli operatori”.