Genova. In seguto alle proteste a Sestri Ponente da parte dei commercianti di zona, i quali richiedono una politica non solamente commerciale, ma che valorizzi i prodotti e le aree di produzione, evitando l’insediamento di ipermercati e centri commerciali, oggi in comune si è discusso su come rilanciare l’economia dell’area più colpita dalla scorsa alluvione del 4 ottobre. Secca la risposta del sindaco Marta Vincenzi e dell’assessore allo Sviluppo Economico, Gianni Vassallo, i quali hanno comunicato la loro opposizione all’ingresso di grandi centri commerciali o di catene di supermercati, i quali potrebbero indebolire ancora di più il tessuto economico locale.
“Sestri è un importante centro nevralgico dell’economia genovese – afferma Rino Lecce, consigliere comunale Pd – Italcantieri, ribaltamento, la prospettiva di Elsag e di altre aziende che portano lavoro. Stiamo parlando di un centro integrato di via importantissimo dal punto di vista industriale. Sia la sindaco che l’assessore Vassallo hanno detto no all’insediamento di Pam a Multedo e all’allargamento di Coop in via Merano.
I centri dismessi o inutilizzati non devono restare vuoti, certo, ma una cosa è sicura: basta centri commerciali, basta megastrutture, perché siamo in pochi in questa città e già c’è tanta concorrenza”.
Ma pur attivando una politica che tenga conto dei problemi locali e che valorzzi i commercianti e le aree produttive di Sestri, restano comunque gravi preoccupazioni per il ponente genovese.
“La preoccupazione vera per Sestri – continua Lecce – restano i fondi alluvionali. Esistono ancora famiglie indebitate fino al collo. Il Governo ha comunicato che 30 milioni di euro, dei 90 previsti in due anni per la Liguria, andranno al Bisagno. Questo veramente è uno schiaffo alla città, alla regione che già si è rimboccata le maniche. Qui non c’è solo il Veneto, c’è anche la Liguria”.