Economia

Salute: depressione cresce del 15% in Italia, crisi economica prima causa

disoccupazione

Sono ormai circa 15 milioni gli italiani depressi, uno su quattro. Casi aumentati del 15% nel 2010. E non contano età ed estrazione sociale: il ‘male oscuro’ non risparmia nessuna categoria. Colpa soprattutto della crisi economica e della situazione sociale caratterizzata dalla mancanza di prospettive future, dall’incertezza economica, da rapporti interpersonali sempre più virtuali e fugaci. A tracciare i quadro gli esperti di psichiatria che sottolineano la necessità di una diagnosi precoce del disagio.

“L’ambiente esterno – spiega Eugenio Aguglia, presidente della Società italiana di psichiatria – gioca un ruolo fondamentale che va a sommarsi agli aspetti biologici e psicopatologici della persona. Pochi punti di riferimento, scarsa sicurezza personale e prospettive di realizzazione lavorativa sempre più incerte inducono in molti casi la comparsa della problematica depressiva”. Una situazione che non tocca solo le fasce più deboli. “La maggiore vulnerabilità alla depressione – aggiunge il Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli-Oftalmico-Melloni di Milano – riguarda ormai tutti. La realtà di oggi richiede una capacità adattativa e una flessibilità a cui spesso non siamo in grado di rispondere”.

Tutte le fasce d’età sono quindi coinvolte: “I giovani perché vedono il loro futuro incerto e limitato, gli adulti perché conoscono nuove instabilità, gli anziani perché soffrono la difficile gestione di una vita in cui crescono i bisogni a fronte di possibilità economiche spesso molto limitate”. E il numero delle persone che conoscono il disagio mentale e chiedono aiuto allo psichiatra è destinato a salire. “Ho notato un incremento di oltre il 15% degli episodi depressivi nel 2010 – continua Mencacci – un dato molto significativo perché coinvolge persone che prima ricavavano soddisfazioni dall’area professionale e da quella relazionale-emotiva, ora in crisi. I pilastri dell’esistenza, quindi, rischiano di andare in frantumi”.

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