Rossetti contro Gelmini: “Solo slogan, la riforma andava concertata con le Regioni”

Pippo Rossetti

Genova. “La situazione scolastica non è facile da nessuna parte, nemmeno in Liguria, ma certo non si risolve a suon di slogan e frasi fatte”. L’assessore regionale all’Istruzione, Pippo Rossetti, risponde a distanza alle dichiarazioni del ministro Gelmini, che domenica sera ospite di Fabio Fazio, aveva detto, a proposito degli insegnanti, “vengono pagati poco perché sono troppi” così come i bidelli.

“Mi sembra invece che il progressivo piano pluriennale con la riduzione degli organici, determini solo disfunzioni e difficoltà. Il ministro Gelmini, in pratica, sta portando avanti una riforma attraverso gli slogan. La razionalizzazione, ad esempio, poteva essere fatta, ma ci sono temi troppi grandi per essere ridotti alle sole parole ‘troppi insegnanti, troppi bidelli'”. Per Rossetti il problema della valutazione degli insegnanti va affrontato, ma non è l’unico: nell’agenda ministeriale dovrebbe trovar posto “il problema delle strutture, dell’edilizia scolastica e della sicurezza”. Ma le polemiche tra il mondo della scuola (pubblica) e il Governo non riguardano solo il ministro Gelmini, l’eco delle parole del Premier a favore degli istituti privati non si è ancora spento, nonostante sabato siano state organizzate diverse manifestazioni di piazza in tutta Italia a difesa dell’istruzione pubblica.

“Eviterei di affrontare il tema, come fatto da Berlusconi, di una contrapposizione tra scuola pubblica e privata. Conviviamo ormai in un sistema in cui la scuola privata fa un servizio pubblico, è parificata, controllata e accreditata. Togliamo di mezzo l’ideologia – ha detto poi Rossetti – riduciamo la spesa come è giusto, perchè tutta la pubblica amministrazione oggi è chiamata a fare i conti, ma inseriamo allo stesso tempo elementi di valutazione, qualità e sostegno. Sotto questo profilo la riforma Gelmini invece non dice nulla, il problema non è dunque il numero di insegnanti o di bidelli, avremmo dovuto fare un lavoro concertato Regioni-ministero, visto che in molte parti la competenza della formazione è regionale, così come dovremmo a tutto tondo riuscire a dare maggiore motivazione e forza al sistema. Ma se un ministero decide, da Roma, a quali scuole dare i soldi – ha concluso Rossetti – scavalcando le pianificazioni delle autonomie che tutti i giorni cercano di far fronte ai problemi, questo sta a indicare un’autoreferenzialità da parte del Governo non sostenibile e un mancato aiuto concreto a tutto il mondo della scuola”.

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