Recco. Tutto è pronto per la protesta contro la chiusura dell’ospedale Sant’Antonio di Recco che si terrà domani, in piazza De Ferrari. Nel centro genovese arriveranno sei pulman per un totale di 500 persone tra comitati, cittadini e dipendenti del nosocomio, uniti per chiedere di tenere aperto il punto di primo intervento.
“I negozi di Recco – afferma Paola Cassinelli Del Guercio, del comitato contro la chiusura dell’ospedale – terranno chiusi per la giornata, in modo che chiunque voglia partecipare all’iniziativa possa farlo. Assieme a noi anche i cinque sindaci del Golfo del Paradiso. Attenderemo in piazza De Ferrari, poi una trentina di noi entreranno in consiglio regionale e faranno esplicita richiesta per mantenere il punto di primo intervento”.
Una protesta che ormai va avanti da mesi: i comitati non vogliono mollare e da ormai 10 giorni sono fissi davanti all’ospedale per ricordare a tutti che la chiusura dell’ospedale è una grave perdita per il territorio. “In questi giorni – spiega Cassinelli Del Guercio – circa 50 persone hanno raggiunto il Sant’Antonio per una flebo o per una piccola medicazione. Sono stati tutti trasportati negli ospedali genovesi: Villa Scassi, San Martino e Galliera, che già sono affollatissimi. Se poi ci mettiamo la chiusura di Busalla e quella di Recco la situazione diventa ancora più tragica. La Regione si dimentica del Levante, il Prefetto Musolino è stato molto gentile e si è dato da fare, ma non è servito: ci hanno soltanto dato un’automedica 24 ore su 24, e solo per i piccoli interventi. Per tutto il resto si va negli ospedali della Asl3 di Genova”.
E sull’affermazione del presidente Burlando che riteneva giusto chiudere Recco vista l’apertura di Rapallo, Cassinelli Del Guercio risponde così: “Il presidente non sa che Recco è sotto la Asl3, quindi non possiamo servirci a Rapallo che è di competenza della Asl4. Dovrebbero attuare il trasferimento, a quel punto potremmo usufruire del nosocomio di Rapallo”.