Politica

Legambiente attacca Marylin Fusco: “Paladina dei cementificatori”

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Regione. “La principale contraddizione della Liguria sta nel fatto che l’Italia dei Valori, un partito che a livello nazionale di dichiara ambientalista, in questa regione sia il principale sostenitore del cemento”. A dirlo è Roberto Della Seta, parlamentare del Pd ed ex presidente nazionale di Legambiente, che emette un giudizio netto: “La vicepresidente della Regione Liguria è un caso emblematico: è diventata la paladina degli interessi dei costruttori e dei cementificatori”.

Un attacco a gamba tesa all’assessore all’urbanistica e vicepresidente della Regione, Marylin Fusco. “Anche a Cogoleto, non a caso, l’Idv sostiene la candidatura di Luigi Cola” sottolinea Della Seta. L’associazione ambientalista questa mattina ha illustrato i casi “emblematici” della cementificazione ligure. A Cogoleto la speculazione che rischia di abbattersi vede interessata l’area della Tubi Ghisa. Speculazione sulla quale si sta giocando anche la corsa alla poltrona di sindaco per la prossima legislatura.

Qui è previsto un intervento, ben voluto da Luigi Cola, che porterà alla costruzione di quasi seicento alloggi per 174 mila metri cubi di cemento per 1.500 nuovi abitanti. Un insediamento che porterebbe ad un aumento dei residenti di quasi il 15% (da 9.000 a 10.500). Una colata di cemento che, secondo Legambiente, cancellerebbe la possibilità di mantenere aree industriali da riqualificare con attività produttive e servizi attenti alla green economy.

Per Roberto Della Seta “il caso di Cogoleto, già simbolo delle tante fabbriche dei veleni disseminate per l’Italia e dove ora c’è chi vorrebbe trasformare la città in un unico, diffuso, ecomostro, è l’ennesima dimostrazione dell’insistenza su una strada sbagliata, perché la Liguria ha già pagato prezzi altissimi per una idea di sviluppo basata sull’equazione ‘più cemento uguale più ricchezza’. Questa equazione è sbagliata, lo era ieri e lo è tanto più oggi: continuare a consumare territorio vuol dire infatti aumentare i rischi legati al dissesto idrogeologico e tagliare le gambe alla tutela e valorizzazione della qualità ambientale come fattore irrinunciabile di uno sviluppo duraturo”.

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