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Genova, torna Slow Fish: riflettori accesi sui pescatori

Genova. Torna alla Fiera, dal 27 al 30 maggio, Slow Fish, manifestazione internazionale dedicata al mondo ittico e agli ecosistemi acquatici. Attraverso convegni, incontri, laboratori e degustazioni si affrontano temi legati alla produzione sostenibile di pesce e al consumo responsabile. Tema centrale dell’edizione di quest’anno è “Una specie in più: i pescatori”, con i riflettori accesi sugli uomini.

“Si tratta di una manifestazione che ormai si consolida di anno in anno e affronta un tema di grande rilievo, cioè quello del mare e della pesca sostenibile – spiega il presidente della Regione, Claudio Burlando – Quest’anno, fra l’altro, abbiamo in più anche l’argomento che riguarda i rossetti, i bianchetti e i ciciarelli. Sarà un’occasione in più per capire cosa si dovrà bloccare e cosa no. Slow Fish rientra negli eventi di tutela e salvaguardia del territorio e dei prodotti tipici, un po’ come ‘Orti in condotta’, pezzi di terra che curano i bambini per imparare a conoscere i prodotti e l’ambiente. In un momento in cui l’economia finanziaria ha portato il mondo al disastro, credo che tutte queste iniziative rappresentino una bella lezione di vita per i giovani”. Burlando ha infine citato “Eataly”, altra grande manifestazione dedicata ai prodotti tipici, che verrà allestita al porto e prenderà il via il 25 aprile.

Slow Fish è come sempre organizzato da Regione Liguria, Slow Food e Mareterra di Liguria-Fondazione Carige, con il patrocinio del ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Provincia di Genova, Comune di Genova, e il sostegno della Camera di Commercio genovese.

“Tutte le manifestazioni di Slow Food sono diventate l’occasione per discutere sulle politiche del cibo, a partire dai produttori per arrivare fino ai consumatori. Nel caso di Slow Fish i produttori sono i pescatori, che stanno attraversando un momento di crisi, ma hanno un ruolo fondamentale anche per conservare gli ecosistemi marini ormai evidente”, spiega Roberto Burdese, presidente Slow Food Italia.

In merito al recente dramma del Giappone, Burdese spiega: “E’ evidente che quello che accade in qualsiasi pezzo del mondo può avere influenza anche sul resto del pianeta. I pesci, infatti, non conoscono i pericoli della radioattività e si spostano nel mare, ma poi esistono le etichettature e la filiera della distribuzione – dice – dobbiamo conoscere ciò che mangiamo, essere sempre informati e soprattutto fare scelte consapevoli. Il fatto di non volere il nucleare in Italia, anche se altri paesi lo hanno, vuol dire invertire la tendenza. Non risolveremo il problema, ma almeno non peggioreremo le cose”.

Infine un accenno alla problematica relativa alla pesca dei bianchetti. “Siamo schierati da anni per il no. Sappiamo cosa significhi questo tipo di pesca per l’economia ligure, ma se vogliamo rigenerare il nostro patrimonio ittico dobbiamo a un certo punto fermarci. Spingiamo invece le persone verso un consumo diversificato delle specie ittiche, aiutandoli a riscoprire la bontà anche delle specie ‘meno nobili’”, conclude il presidente di Slow Food.

“In questa edizione si recupera la storia dei conservatori del mare, cioè dei pescatori – dichiara il presidente dell’Autorità Portuale, Luigi Merlo – un momento di particolare intensità perché colleghiamo l’economia marittima, portuale e dei trasporti con quella della pesca, che vive momenti difficili, ma che deve essere sostenuta e salvaguardata”.

Jenny Sanguineti – Alberto Maria Vedova

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