Cronaca

Genova, nasce il Comitato Porto Aperto: “No al sesto bacino nel Porticciolo Duca degli Abruzzi”

Genova. Un comitato a difesa dell’area portuale a ridosso del centro città e di Genova tutta: si chiama Comitato Porto Aperto ed è stato presentato ufficialmente oggi a Genova nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il Presidente del neo comitato, Fulvio Silingardi, e i cinque Vicepresidenti che ne compongono l’organo direttivo: Roberta Bergamaschi Cesana, Francesco Bisceglia, Angela Boldini, Marco Fallabrini e Alfredo Ziello.

Costituito lo scorso mese di febbraio, il Comitato è composto dai cittadini e dalle associazioni che hanno a cuore le sorti dell’area portuale situata tra la Fiera del Mare e il Ponte dei Mille, e la città di Genova, e ha come obiettivo la difesa, la promozione e la riqualificazione della zona.
“Riteniamo che l’area del porto a ridosso del centro città sia una delle più importanti risorse economiche e turistiche di Genova e pertanto va tutelata e salvata da ogni possibile scempio, in primis l’ipotesi di realizzazione del sesto bacino di carenaggio all’interno del Porticciolo Storico Duca degli Abruzzi”, ha spiegato il Presidente del Comitato Porto Aperto, Fulvio Silingardi.

“Sarebbe uno scempio in termini architettonici, ma anche ambientali ed economici”, ha continuato. Da alcuni mesi, come noto, l’Autorità Portuale sta valutando l’ipotesi, promossa da Confindustria Genova, di realizzare la cosiddetta “sesta vasca” presso il Molo Giano. Si tratterebbe, così come descritto nel progetto dei promotori, di una struttura galleggiante di 370 metri di lunghezza, 79 di larghezza e con la presenza delle navi circa 70 di altezza, da utilizzare per la manutenzione e lavori straordinari di navi di grandi dimensioni. L’allocazione di tale struttura renderebbe necessario il tombamento parziale del Porticciolo Duca degli Abruzzi, facendolo di fatto scomparire, e con esso tutte le attività nautico-diportistiche che hanno sede in quello specchio d’acqua, nonché arrecherebbe gravi danni all’indotto (attività commerciali) delle zone limitrofe del centro storico.

“Premesso che riteniamo indispensabile per l’economia portuale genovese la realizzazione della sesta vasca – ha proseguito Silingardi – ci siamo costituiti in Comitato per creare un movimento d’opinione e far sì che la struttura trovi una collocazione alternativa a quella proposta, per una evidente serie di motivazioni urbanistiche e ambientali che non vogliamo vengano sottovalutate”.
Il Comitato Porto Aperto si oppone alla realizzazione del “sesto bacino” nel Porticciolo Duca degli Abruzzi per diverse ragioni. Prima di tutto per il negativo impatto paesaggistico/ambientale della struttura sull’area: una costruzione di quelle dimensioni e delle strutture connesse costituirebbe un vero e proprio scempio, dato che quella porzione di porto rappresenta un importante sbocco sul mare per gli abitanti di una città che rischia di essere inghiottita dalle attività industriali.

In secondo luogo il Comitato sottolinea anche il grave impatto inquinante sull’atmosfera che la presenza di un nuovo bacino comporterebbe sia per il Porticciolo che per i quartieri limitrofi. Le significative emissioni di polveri durante la fase di cantiere e nel successivo esercizio del bacino di carenaggio, in particolare per le attività di sabbiatura e verniciatura, renderebbero di fatto l’aria irrespirabile.

Il terzo punto evidenziato dal Comitato Porto Aperto riguarda le interferenze con la viabilità urbana. “A risentirne sarebbe l’intero centro città con gravissime ripercussioni su tutto il traffico cittadino – ha ribadito Silingardi. – Non oso neppure pensare alla situazione durante, ad esempio, il Salone Nautico: il mix tra le auto private dei genovesi e quelle dei turisti e i mezzi pesanti che lavorano col bacino provocherebbe un’inevitabile paralisi”.

Il quarto aspetto riguarda i vincoli ambientali esistenti per quello specchio d’acqua: “L’interramento del porticciolo – ha sottolineato Roberta Bergamaschi Cesana – non tiene inoltre minimamente conto della valutazione di impatto ambientale del 25/10/2000 formulata dai Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali e Ambientali che ha ritenuto ambientalmente non compatibile la prospettiva di delocalizzare il porticciolo Duca degli Abruzzi in quanto non supportata da uno studio di fattibilità né da una vera e propria Via”.

Un altro punto evidenziato dal Comitato Porto Aperto riguarda l’inquinamento acustico: la presenza del bacino provocherebbe inevitabilmente emissioni sonore significative sia per la fase di cantiere (interventi di adeguamento a terra, rumore da traffico indotto di mezzi di cantiere) sia per la fase di esercizio (attività di sabbiatura) che rovinerebbero a causa delle polveri dannosissime tutte le attività circostanti. “I cittadini del Centro Storico e di Carignano che hanno le abitazioni sul fronte a mare devono già convivere con i rumori provocati dagli altri cinque bacini esistenti – ha rimarcato Marco Fallabrini – Realizzarne un sesto ci sembra veramente troppo”.

“Genova ha bisogno di una strategia urbanistica e industriale chiara – ha proseguito Alfredo Ziello – e la struttura del sesto bacino non deve essere allocata a caso ma deve essere inserita in un disegno urbanistico definito per non ripetere gli errori del passato. Un esempio per tutti, il bacino di carenaggio realizzato quarant’anni fa, rimasto inutilizzato per trent’anni e ceduto poi praticamente gratuitamente ai turchi”.

Per sensibilizzare i cittadini genovesi su questo e altri temi che interessano il futuro del porto, il Comitato Porto Aperto ha convocato un’assemblea pubblica a partecipazione libera per il giorno giovedì 31 marzo alle ore 20,30 presso la Cappella Grimaldi della Chiesa di Santa Maria di Castello a Genova (Via di Santa Maria di Castello, portoncino rosso).
All’assemblea saranno presenti, oltre ai membri del Comitato Porto Aperto, anche ospiti rappresentanti la vita politica, economica e culturale della città.

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