Economia

Genova, i consumatori scenderanno in piazza per protestare contro le banche

sportello banca

Genova. Sono pronti a scendere in piazza per dare forza alla protesta e lo faranno fra qualche giorno. I consumatori riuniti nelle diverse associazioni, probabilmente già la prossima settimana, sfileranno in corteo “toccando” le principali banche cittadine tra via Dante, via Fieschi e piazza De Ferrari per alzare la voce contro anatocismo, addebiti inautorizzati sui conti e spese accollate ai correntisti senza giustificazione.

“Ormai siamo arrivati ad un punto che ci obbliga a rendere visibile la protesta” osserva Antonio Molari, presidente di Federconsumatori, che aggiunge: “Le banche fanno quello che vogliono, eludendo i momenti di confronto e decidendo loro per i clienti. Saremo impegnati in un’iniziativa pubbliche per ribadire per le ragioni dei cittadini”.

Di recente Federconsumatori ha contestato una particolare pratica della Bnl, rimarcando che all’inizio del nuovo anno i pensionati Inps con il conto corrente presso la Banca Nazionale del Lavoro si sono trovati un addebito di 50 euro con la descrizione “spese per l’apertura della pratica di fido”. Quello che è invece un cavallo di battaglia di vecchia data è “l’inaccettabile tassa sui prelievi allo sportello”. Spiega Silvio Fassone: “Si tratta di un fatto che penalizza soprattutto gli anziani. Una specie di rapina ai danni delle persone che non utilizzano gli sportelli automatici, costretti a pagare da 1 a 3 euro per ogni prelievo fisico solo perché abituati a preferire il contatto con l’operatore”.

“La protesta contro le condizioni vessatorie servirà per mettere il dito nelle contraddizioni interne agli istituti di credito” spiega Fassone, che critica anche il Milleproroghe sulla materia dell’anatocismo: “La Corte di Cassazione ha riaffermato l’assoluto divieto di anatocismo bancario, adesso invece un emendamento vuole danneggiare migliaia di correntisti che avevano già avviato le cause per la restituzione delle somme versate indebitamente. Di fatto, un modo per tagliare fuori dal diritti di risarcimento le vitteme dell’anatocismo”.

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