Genova. “Devo confessare che è stata una grande emozione, sia poter dire queste parole davanti a un grande pubblico, sia sentir cantare l’inno di Mameli”. Sono le parole dello storico Antonio Gibelli, pronunciate subito dopo il suo discorso durante il Consiglio Congiunto per l’Unità d’Italia. “E’ strano, ma mi sono veramente commosso perchè i simboli possono cambiare nel tempo – continua Gibelli – in questo caso l’inno può essere un simbolo di unità, ma anche di costruzione di un’Italia migliore di quella che c’è oggi”.
L’intervento del professore di storia, nei giorni scorsi, era stato preceduto da qualche polemica, soprattutto da parte della Lega Nord, che oggi però era presente a palazzo Ducale. “Sì, mi hanno anche fatto i complimenti – dichiara Gibelli – eppure nelle mie parole c’era una chiara critica alle tensioni particolaristiche, etnocentriche, che chiudono le comunità in se stesse con la paura e nell’odio. Credo abbiano capito, ma è comunque certo che tra me e loro esiste una forte distanza e i giudizi sul presente sono naturalmente divergenti”.
Genova protagonista dell’Unità d’Italia. “Genova ha vissuto una bella giornata, un sentimento forte di rivendicazione del suo passato, ma non in forma retorica – continua – Io e il collega Marongiu abbiamo sottolineato punti controversi. La storia è importante se ci fa riflettere, non se ci accontentiamo di fare delle apologie di occasione per le cerimonie”.