Genova. Un vero e proprio ponte tra la vita nel carcere e la vita quotidiana, fuori dalla casa circondariale. E’ “Un ponte tra carcere e territorio”, iniziativa partita nel 2010 e che prosegue quest’anno rivolgendosi ai detenuti dei sette carceri liguri.
“Sette luoghi – spiega Giuliano Bellezza, responsabile progetto ponte – fortemente condizionati da tre elementi: sovraffollamento, tagli alle risorse, e riduzione personale di custodia”.
“Il sovraffollamento fa sì che un detenuto passi circa 20 ore della sua giornata in una cella con altre 8 persone con letti a castello su tre file. I tagli fanno ridurre le opportunità concrete per avere una qualità della vita migliore dentro al carcere, professionalizzando il detenuto in vista del futuro. La riduzione del personale vuol dire che sono impossibili i trasferimenti in luoghi per effettuare corsi o partite di calcio. Tutti sono elementi preoccupanti che condizionano fortemente le associazioni come Acli, Arci e Uisp che con il carcere lavorano quotidianamente. Se manca uno di questi tre elementi per loro è difficile proseguire l’attività”.
Nel carcere si svolgono sport e iniziative culturali, grazie soprattutto alla rete che si è costituita tra Regione Liguria, Provincia di Genova, Amministrazione penitenziaria e le direzioni delle sette carceri, assieme per realizzare attività che sembrano superflue ma che danno qualità di vita.
“Vivere 24 ore in cella – conclude Bellezza – vuol dire vivere una situazione di sofferenza. Le attività possono dare una grande mano per stare meglio”.
Alberto Maria Vedova – Elisa Zanolli