Genova. “Disporre un freno alle visite ospedaliere esterne per le quali non ricorra il carattere dell’urgenza”. La visita dermatologica ospedaliera chiesta da uno dei tifosi serbi detenuti nel carcere di Pontedecimo, condannato per i disordini che provocarono la sospensione della partita di calcio Italia-Serbia del 12 ottobre scorso, ha provocato la protesta del Sappe.
“La sistematica frequenza – ha dichiarato Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto e commissario straordinario ligure del Sappe – con la quale alcune direzioni penitenziarie ricorrono a visite ospedaliere di detenuti presso gli ospedali civili cittadini ci fanno pensare che queste sono organizzate troppo frettolosamente senza tenere conto delle gravi carenze di organico del nostro personale”.
Quanto al detenuto serbo “non avendo ottenuto una rapida visita dermatologica per la quale non vi era urgenza e che era già programmata tramite il servizio c.u.p, avrebbe protestato e minacciato. Trasportato alla visita – ha spiegato Martinelli – la dermatologa ha constatato che era già stato visitato due volte e che la visita di oggi era inutile e che non riusciva a capire perché era stata definita ‘urgente'”