Genova. Per la Provincia il nuovo depuratore di Rapallo nell’area Ronco-ex Viacava è “una soluzione fattibile” così come dichiarato oggi dall’assessore provinciale Paolo Perfigli al termine dell’incontro in Regione. Per il Comune il condizionale, invece, è d’obbligo.
Nel corso della riunione, alla quale hanno partecipato gli assessori Renata Briano per la Regione, Paolo Perfigli per la Provincia, Lelio Milanti con il consigliere delegato Gerolamo Giudice per il Comune di Rapallo, gli staff tecnici degli enti e di Iren e Mediterranea delle Acque, sono stati esaminati gli aspetti per la realizzazione del depuratore in questo sito. “Sono state considerate anche le richieste del Comune di Rapallo per una soluzione tecnica sottomarina” ha ricordato Perfigli. “Il sito nell’area Ronco-ex Viacava è una soluzione praticabile – ha detto quindi l’assessore provinciale – è necessario che il Comune di Rapallo si esprima, in quanto soggetto titolare del territorio, e faccia conoscere rapidamente il proprio indirizzo in merito”.
Ma dal Comune di Rapallo non arriva quel che si dice una conferma alle parole di Perfigli: “Intanto è necessario ribadire – sottolinea il consigliere delegato Gerolamo Giudice – che il sito di via Betti non è un’ipotesi scartata, anzi continua a essere considerato luogo idoneo, insieme all’area dell’Ex Viacava, su cui comunque, aldilà di quanto dice Perfigli, qualche dubbio rimane”. Secondo Giudice ci sono almeno due punti su cui l’amministrazione è perplessa: la distanza che l’impianto avrebbe rispetto ai pozzi artesiani, complemento importante per il rifornimento d’acqua a Rapallo, che, secondo le rilevazioni tecniche, non sarebbe a rischio contaminazione, sia per le operazioni di messa in sicurezza e sia perchè il depuratore non produrebbe pergolato, dato il bunker di cemento armato.
“Su questo – prosegue il consigliere – non si può avere la certezza al cento per cento, basterebbe un evento inaspettato come un terremoto. In più dicono che la distanza sarebbe di 200 metri, ma a noi risulta invece 70-80 metri”. Secondo punto critico, messo in luce anche dal Comitato di Quartiere Costaguta Malado e Ronco, è la vicinanza delle case. “Rispetto a via Betti siamo in presenza di poche unità, ma una o cento non fa differenza, e comunque l’impianto sarebbe molto in prossimità”. Al terzo posto, il costo: situare il depuratore nell’area ex Viacava costerebbe, secondo lo studio di prefattibilità, un paio di milioni di euro in più rispetto al progetto preliminare di via Betti.
“I tempi sono stretti – conclude Giudice – perchè il depuratore deve essere finito entro il 2015 e sono necessari 36 mesi di lavori per la realizzazione, però prenderemo il tempo necessario per scegliere fra i due siti, il migliore per la città, cercando la massima condivisione con il territorio, a cui non possiamo imporre un’opera così dall’alto, e con tutte le forze politiche”. La decisione del Comune terrà conto dello screening fornito dall’azienda, probabilmente già in questa settimana, in cui verranno messi nero su bianco vantaggi e svantaggi dei due siti, e nel frattempo continuerà ad incontrare i due comitati coinvolti.