Genova. Dal primo maggio, con la chiusura delle comunità montane, lo scenario degli enti locali cambierà radicalmente. Si aprirà una nuova fase in cui i Comuni, per sopperire alle funzioni e ai servizi offerti dalle comunità montane, dovranno perseguire soluzioni con formule associative, attraverso l’Unione dei Comuni o la stipula di convenzioni.
“L’Unione dei Comuni – spiega Antonino Oliveri, coordinatore Consulta regionale Anci Piccoli Comuni Liguria, – diventerà una sorta di ente locale a tutti gli effetti, con un consiglio e propri organi. Una soluzione, in un ottica di razionalizzazione e risparmio, in grado di offire maggiori garanzie e stabilità”. Con la soppressione delle comunità montane, i servizi comunali, come rifiuti, polizia, ma anche attività di tipo sociale, verranno gestiti in forma associata. “Naturalmente siamo di fronte a un processo di cambiamento importante che necessita di sostegno e finanziamenti adeguati. Questo tipo di riforma una volta a regime porterà risparmio – sottolinea Oliveri – ma nella fase iniziale dovrà essere supportata, Anci ha infatti chiesto alla Regione di prevedere all’interno del dispositivo di legge sulla soppressione delle comunità montane, incentivi e sostegno per le Unioni dei Comuni”.
A questo proposito, nel disegno di legge regionale sono predisposti specifici aiuti per le forme associative negli anni a cavallo della riforma, 2011-12, mentre a partire dal 2013 il sostegno riguarderà solo l’Unione dei Comuni. “E’ un indirizzo chiaro, che sposa la nostra propensione verso questa forma associativa, anche se naturalmente, per una questione di tempi proibitivi e ristretti, nella fase transitoria, la formula delle convenzioni sarà un passaggio quasi obbligato”. In tutta Italia le Unioni dei Comuni sono circa 300, a cui aderiscono enti di piccole e medie dimensioni, come nel caso di Brindisi. Il Decreto Tremonti 2010 stabilisce inoltre che i Comuni sotto i 5 mila abitanti, 3 mila nelle zone montane, debbano provvedere ad associare le funzioni fondamentali.
“E’ un processo non semplice su cui pesano l’incertezza normativa e i pesanti tagli dell’ultima manovra finanziaria che vanno a penalizzare soprattutto i piccoli enti, ma se la Regione rispetterà gli impegni presi con Anci, i Comuni saranno pronti ad affrontarlo”. Entro l’anno il Governo dovrà stabilire la soglia demografica delle Unioni, mentre alla Regione spetterà legiferare in materia di ambiti. “In questo senso abbiamo chiesto poche regole ma flessibili e, soprattutto, concertate. Se si vuol rendere concreta questa riforma – conclude il coordinatore regionale – il consenso e la partecipazione dei Comuni saranno fondamentali”.