Cronaca

Assistenti sociali: “Siamo abbandonati, come i fanti in trincea”

alessandra garibaldi sunas

Genova. Servizi territoriali sempre meno servizi e sempre più avamposti, trincee dove gli “operatori vengono mandati al fronte, come i fanti nella prima guerra mondiale, senza strumenti a respingere l’ondata della richiesta”. E’ questo il quadro allarmante tracciato da Alessandra Giribaldi, segretario Sunas, sindacato unitario assistenti sociali, dopo che l’aggressione a Veronica Meinero, nel savonese, ha fatto balzare il settore e el sue problematiche alla ribalta delle cronache.

“L’equipes sul territorio sono sempre più povere, anche di figure professionali, non ci sono più gli psicologi, e l’unico operatore visibile con cui l’utente si incontra o si scontra è proprio l’assistente sociale. Quello che è successo a Cairo è qualcosa che, in misura minore, capita purtroppo molto spesso: i gesti di intimidazione verbale e fisica, soprattutto nei confronti delle colleghe, non sono purtroppo una novità”.

In un contesto di crisi come quello attuale, come testimonia Garibaldi “l’assistente sociale è il soggetto più esposto, perchè figura di contatto con l’utenza”. Le situazioni di disagio e di esclusione aumentano, ma le risposte a disposizione dell’assistente sociale diminuiscono, così di fronte alla rabbia crescente delle persone, talvolta anche problematiche come nel caso di Cairo Montenotte, gli operatori lamentano strumenti sempre più inadeguati mentre “una campagna di disinformazione consegna una visione distorta, e amplificata dai media, del nostro ruolo. Nell’immaginario comune – conclude Garibaldi – è infatti l’assistente sociale che porta via i bambini, quando invece il provvedimento è frutto di un’accurata decisione del magistrato preposto”.

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