Genova. Mentra a Genova si freme per i festeggiamenti del 150°anniversario dall’Unità d’Italia, con moltissimi appuntamenti ed eventi culturali in calendario fino alla fine dell’anno, c’è chi decide di non festeggiare. C’è chi ricorda l’anniversario come una data triste.
«Non avrebbe senso che la Provincia di Bolzano, intesa come istituzione pubblica, partecipasse alla celebrazione di questa ricorrenza. La storia del legame tra la nostra terra e l’Italia non risale al 1861, ma molto più tardi, ovvero al primo dopoguerra e a tutto ciò che è accaduto a cavallo tra i due conflitti bellici. La mia sensibilità di appartenente alla minoranza austriaca in Italia, su questo tema, è differente rispetto a quella di un mio concittadino italiano, e mi auguro che ci sia una comprensione reciproca».
Queste le parole del presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder, riguardo ai festeggiamenti. Di fatto «noi ci sentiamo una minoranza austriaca e non siamo stati noi a scegliere di far parte dell’Italia» ha continuato Durnwalder nel cui discorso l’Austria è definita “madrepatria”.
«Non mi sembra il caso di festeggiare e posso dire che non è una questione etnica e non vogliamo offendere nessuno. I 150 anni per noi non rappresentano soltanto Garibaldi ed i moti di fine Ottocento ma ci ricordano la separazione dalla nostra madrepatria austriaca. Noi non abbiamo fatto iniziative per favorire l’Unità d’Italia come altre regioni. Non volevamo nel 1919 e non volevamo nel 1945. Successivamente abbiamo accettato il compromesso dell’autonomia amministrativa».
Il commento riguardo ad una simile scelta, non è tardato ad arrivare da palazzo Tursi, dove l’assessore alla Cultura Andrea Ranieri ha presentato oggi con entusiasmo le numerose inziative, previste nel capoluogo ligure, “una città che ha dato un contributo fondamentale all’interno del processo di unificazione della penisola”.
“Non sono assolutamente d’accordo con questa scelta – ha spiegato Ranieri – Bolzano fa un grosso errore. La citta è sottoposta continuamente ad un cambio di gestione: a volte vive di un’italianità esagerata, espressa molto spesso con un voto a destra, anche ipernazionalista, mentre poi, altre volte, si muove con un’idea di autonomismo che porta appunto a negare l’Unità d’Italia.
Credo che il problema si possa risolvere superando questa doppia polarità e ristrovando elementi di sintesi. L’Unita D’italia poteva dimostrarsi una grande occasione, peccato che la stiano perdendo”.