Genova. “Farò di tutto per farti dare quello che ti meriti, e meriti un ergastolo, cara madre distrutta”. Sono le parole scritte in una lettera da Giovanni Antonio Rasero a Katerina Mathas, la madre del piccolo Ale, ucciso nel marzo del 2010 in un appartamento di Nervi.
Rasero è stato condannato il 24 gennaio dalla Corte d’Assise di Genova a 26 anni di reclusione per concorso in omicidio volontario aggravato.
La condanna in “concorso” ha dato modo di riaprire il processo anche per Katerina Mathas, accusata di abbandono di minore con conseguente morte.
Dalla sua cella Rasero le scrive e la lettera viene pubblicata dal “Corriere Mercantile”. “Non ho battuto ciglio, ho rispettato la Corte in attesa delle motivazioni. Non nego il mio avvilimento per la condanna però ho ammirato la Corte. La Mathas ha fatto leva sulla madre distrutta e così è uscita dal carcere dopo 17 giorni”.
Il broker afferma di essere stato accusato ingiustamente: “Da quando la Mathas è nuovamente accusata del delitto del figlio si fa fotografare davanti alla tomba del bambino. Mi fa schifo! Katerina, ti giuro sulla tomba di mio padre e sui miei figli che ci rivediamo all’appello, farò di tutto per farti prendere quello che ti meriti”.