Cronaca

Pensioni amianto, domani il “decreto usuranti” approda in commissione alla Camera

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Con una relazione del vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola (Pdl), domani pomeriggio a Montecitorio si aprirà, in commissione, la discussione sullo schema di decreto legislativo sui lavori ‘usuranti’.

Tra i contenuti della norma, che una volta approvata dalle commissioni Lavoro di Camera e Senato, potrà essere portata direttamente in Consiglio dei ministri c’è il prepensionamento concesso a specifiche categorie di lavoratori dipendenti, impegnati nelle cosiddette ‘attività usuranti’, il diritto al pensionamento anticipato con requisiti inferiori rispetto a quelli richiesti per la generalità dei lavoratori dipendenti. Possono accedere ai benefici le seguenti categorie: i lavoratori delle gallerie, cave o miniere, i lavoratori nei cassoni ad aria compressa, i palombari, chi svolge lavori ad alte temperature, gli addetti alla lavorazione del vetro cavo, chi lavora in spazi ristretti, gli addetti alla rimozione dell’amianto, i lavoratori dipendenti notturni e chi ha turni di notte, gli addetti alle linee a catena di montaggio, i conducenti di veicoli pubblici di capienza complessiva non inferiore a 9 posti adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo.

“Penso che la prossima settimana, la commissione varerà il suo parere favorevole allo schema -dice Giuliano Cazzola – con un ampio consenso bipartisan, sia di maggioranza sia di opposizione”. Un consenso spiegabile anche con il fatto che “il decreto legislativo -ricorda il vicepresidente della commissione Lavoro- è stato costruito sull’impianto preparato dal precedente governo Prodi, apportando solo alcune modifiche che nel frattempo erano intervenute”.

“Il decreto sui lavori usuranti ricalca quello che avevo preparato al tempo del governo Prodi -conferma Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro e attualmente capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera- e che ho anche riproposto all’inizio di questa legislatura in un disegno di legge. Il mio rammarico è che si arriva a conclusione con ben tre anni di ritardo, quando si poteva farlo subito. Questo significa che abbiamo sottratto ai lavoratori 283 milioni di euro, che era quanto avevamo stanziato noi per il prepensionamento dei lavoratori sottoposti a mansioni particolarmente faticose per il biennio 2009-2010”.

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