Genova. Tre filoni d’indagini e un unico processo per cinque finanzieri, tre commercialisti e due imprenditori, accusati, a vario titolo, di concorso in corruzione, concussione, emissione di fatture false. L’indagine risale al periodo settembre 2000-aprile 2002 in cui si si verificarono presunte tangenti a imprenditori per bypassare le verifiche fiscali alle aziende.
Oggi le richieste dell’accusa, in attesa delle arringhe delle difese, il 17 febbraio: tre anni e mezzo di reclusione per il maresciallo della Guardia di finanza Vincenzo Puleo, accusato di due episodi di concussione e di reati militari di collusione in frode alla Finanza, prescrizione per Maria Rita Falco, che era dipendente dell’Ufficio delle Entrate di Genova, accusata di un episodio di corruzione, per il maresciallo Luigi Sperandeo, per il maresciallo capo Natale Monti e il brigadiere Angelo Lauricella, tutti e tre appartenenti alla Guardia di finanza all’epoca in servizio a Genova, assoluzione per il figlio di Vincenzo Puleo, Gabriele, e per Palma La Fronza, moglie dell’imprenditore Dante Arena, deceduto. I tre commercialisti avevano già in precedenza patteggiato la pena.