Genova. “Gli enti locali non possono essere sottoposti tutti gli anni a tagli e a patti di stabilità, ma, al contrario, ci deve essere certezza nei trasferimenti dei servizi ai cittadini. Il decreto sul federalismo municipale è pieno di promesse ma subito vanificate”. Così il deputato Pd Rolando Nannicini, membro della commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, intervenuto oggi pomeriggio a Genova a un incontro del Partito Democratico sul tema – L’imposta municipale che doveva dare autonomia agli enti locali – ha detto Nannicini – fa perno invece sull’Ici seconda casa e sull’Ici di possesso di artigiani e commercianti quando i comuni devono ancora recuperare i 3 miliardi fatti scomparire dal taglio dell’Ici prima casa”.
“Noi invece abbiamo in mente un progetto per i prossimi dieci anni, un impegno concreto che non trova risultati: il dibattito ora è troppo incentrato sulle vicende attuali politiche e poco sui problemi concreti che interessano cittadini e enti locali. Non sempre la rabbia territoriale porta buon consiglio: è passata l’idea che siamo moderni se siamo federalisti, lo siamo ma sulle cifre e su cosa è realmente il sistema delle autonomie. Su 8.100 mila comuni, 2700 sono sottoposti a tagli gli altri 5.400 no, perchè sotto i 5 mila”.
“Il decreto sul federalismo municipale non c’é più, il governo non può risolvere il problema con una comunicazione, deve aprire da capo la procedura della legge 42 perché c’é stato un voto contrario in Parlamento, coem detto dal Presidente della Repubblica – ha poi ribadito Nannicini – sappiamo benissimo che il governo, se vuole, può portare a casa il decreto sul federalismo però coi tempi e con il rispetto dei lavori parlamentari e del rapporto con le altri istituzioni, come la conferenza Stato-Regioni, che dev’essere di nuovo interessata nel decreto. Ma non può essere solo due chiacchiere e tre pei di sigari”.
“E’ un decreto pieno di promesse – ha concluso il deputato sul merito – subito vanificato nelle trattative, l’imposta municipale che doveva dare autonomia agli enti locali fa perno sull’Ici seconda casa e sull’Ici di possesso per artigiani e commercianti, i comuni devono ancora recuperare i 3 miliardi fatti scomparire dal taglio dell’Ici prima casa”.