Cronaca

Emergenza carcere, Sel e Fds a Marassi: “Situazione peggiorata, presto audizione”

carcere

Genova. A distanza di circa sei mesi, il malessere fra i detenuti è cresciuto ulteriormente così come sono cresciute le difficoltà dei lavoratori penitenziari.
E’ quanto riscontrato nel secondo giro conoscitivo all’interno delle carceri liguri, effettuato da Matteo Rossi, consigliere regionale SEL, Simone Leoncini, coordinatore regionale SEL, Alessandro Benzi, consigliere regionale della Federazione della Sinistra e l’avvocato Alessandra Ballerini che oggi hanno visitato la Casa circondariale di Marassi.

Permangono i gravi problemi di sovrappopolazione (750 detenuti contro 450 di capienza) e le carenze di organico (300 guardie penitenziarie,160 in meno del previsto), rendendo così impossibile agli operatori carcerari svolgere quel ruolo di recupero e reinserimento sociale previsto dalla Costituzione. Gli atti di autolesionismo anche gravi sono quotidiani. Più di 300 detenuti hanno problemi di tossicodipendenza ma essendoci solo 2 medici e 2 infermieri del Sert è evidente che non possano essere seguiti adeguatamente anche dal punto di vista psicologico. Di notevole interesse la diminuzione degli arresti nelle ultime settimane, circa 50 in meno, passando da 8 a 4 arresti al giorno.

“Questo è un effetto della disapplicazione, a seguito della direttiva CE 115/2008, dell’art 4, comma 5 ter della legge sull’immigrazione – spiega Rossi – che prevedeva l’arresto ed il carcere da 1 a 4 anni per gli stranieri privi di permesso di soggiorno inottemperanti all’ordine di espulsione. Oggi, in carcere a Marassi, per questo solo articolo, senza nessun altro reato, sono detenute 31 persone. A inizio legislatura siamo assunti l’impegno di presentare la legge sul Garante delle carceri, ora è giunto il momento di accelerare. Non basta però solo l’ approvazione, la legge va anche finanziata per essere veramente efficace”.

“SEL – sottolinea Simone Leoncini – intende fare della difesa dei più deboli una costante della propria azione e crede che la Liguria possa sempre di più farsi regione dei diritti”.

“Abbiamo riscontrato anche vistose carenze – aggiunge Alessandro Benzi nell’assistenza sanitaria dei detenuti: serve un maggior sforzo, da parte dell’ASL 3, per garantire, attraverso medici internisti e specialisti con esperienza e capacità (anche in relazione alla peculiarità dell’utente detenuto), una pronta risposta alle esigenze sanitarie della popolazione carceraria. Le principali prestazioni relative alle branchie della infettivologia, cardiologia, dermatologia, radiologia, oculistica, ortopedia e chirurgia dovrebbero trovare risposta nel centro clinico del carcere, senza dover necessariamente ricorrere ad interventi esterni con aggravio di spese per l’amministrazione penitenziaria e per la stessa ASL 3”.

“La recente sostituzione integrale dei medici penitenziari dell’Istituto di Genova Marassi con personale medico e paramedico dipendente, o convenzionato, della Asl 3 – conclude Rossi – sta portando notevoli problemi, non solo organizzativi, che devono trovare soluzione al più presto: a tal fine io e il consigliere Benzi proporremo a breve un’audizione, nella competente commissione regionale Sanità, della Asl 3, del Direttore della Casa circondariale di Marassi, dr. Mazzeo, dei medici interessati e dell’Assessore alla Salute, Claudio Montaldo”.

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