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Cinema, tassa sul biglietto di ingresso: esercenti sul piede di guerra

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Esercenti sul piede di guerra dopo l’ipotesi al vaglio del Governo di una tassa sul biglietto del cinema, da inserire nel Milleproroghe, che arriverebbe come una scure su un settore già messo a dura prova dal taglio delle risorse destinate nel 2011 al finanziamento del Sistema Spettacolo.

“Le ipotesi di prelievo coatto sul biglietto sono l’ecatombe dell’esercizio cinematografico – ha detto senza eufemismi Carlo Bernaschi, presidente Anem, associazione nazionale esercenti multiplex – potremmo arrivare ad una chiusura di tutte le sale d’Italia. Il cinema è un settore industriale e non un servizio di pubblica utilità e pertanto non può essere alimentato e sostenuto da imposizioni fiscali all’anello più debole della filiera. L’esercizio cinematografico si regge su esili equilibri fra costi e ricavi e pertanto, ulteriori aggravi finanziari, provocherebbero o l’aumento del biglietto (e quindi una diminuzione di spettatori) oppure verrebbero riversati sulle sue fragili economie. In entrambi i casi potremmo assistere alla chiusura di aziende ed al licenziamento di centinaia di lavoratori. L’Anem contrasterà in ogni sede e con tutti gli strumenti a sua disposizione ogni eventuale imposizione o aggravio per le aziende rappresentate”.

“Tra l’altro – osserva ancora Bernaschi – l’esercizio è solo una parte, forse la più visibile ma sicuramente la meno redditizia, di tutta la filiera cinematografica. Se davvero si vogliono recuperare risorse aggiuntive si vadano ad interessare i settori più floridi e redditizi: dalla telefonia alle televisioni, e si abbia il coraggio di chiedere a questi soggetti di sostenere il cinema italiano, senza se e senza ma”.

Sulla stessa linea anche Agis e Anec, che attraverso le parole del presidente Paolo Protti ribadiscono: “L’ipotesi dell’introduzione di un prelievo di scopo gravante esclusivamente sul biglietto sala cinema è miope, dannosa e se introdotta in modo forzoso senza un confronto tra tutti i soggetti interessati non contribuisce all’obiettivo di rafforzare l’industria del cinema e non crea le condizioni per affrontare la prospettiva di una legge di sistema per l’intero settore. Il cinema in sala va bene – continua Protti – il cinema italiano va benissimo ed allora uccidiamo il vitello grasso? Se oggi il mercato va bene è sull’onda di una serie di iniziative pubbliche e private, accompagnate da incentivi fiscali e non, che hanno portato a questo risultato. È il mantenimento di queste risorse ed iniziative che può mantenere e consolidare il trend”.

Il presidente dell’Agis richiama con forza l’unione di tutta la filiera cinema: “La strada maestra è parlarne con la volontà di trovare soluzioni condivise. Sottostare a ipotesi ‘forzose’, oltre che eticamente sbagliato, è metodo da respingere inevitabilmente. Mesi e mesi fa il Ministro dei Beni Culturali e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio avevano promesso (e poi reiterato la promessa) che il Governo avrebbe fatto ogni sforzo per evitare un Fus insufficiente e per prorogare per tre anni il tax-credit e tax-shelter. Non è certo attraverso una tassa mirata sulla parte più debole ma pure più importante e decisiva per l’industria cinema – conclude Paolo Protti – che si mantengono le promesse e si risolvono i problemi. Serve mettere in campo una idea strategica ed una serie di misure complessive e mirate”.

Va controcorrente Valerio Jalongo, regista “La scuola è finita” e rappresentante dell’associazione 100 autori. “Il prelievo di scopo è la strada più giusta – dice il regista – Noi dei 100autori siamo tutti d’accordo: è l’unica via per sottrarci alla politica. Il nostro movimento non è allineato a un partito, come lo erano le associazioni precedenti, e l’idea di un intervento statale volto a egemonizzare la cultura ci è altrettanto estranea. Viceversa, crediamo che lo Stato debba garantire un’espressione artistica e culturale florida, il mercato, i film indipendenti e i giovani registi. Per questo riteniamo che il prelievo di scopo svincoli da un certo modo di concepire l’intervento culturale: da destra o da sinistra, comunque sia, è vecchio”.

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