Genova. All’indomani dello sciopero Amt, che ieri nelle quattro ore ha raccolto un’adesione fortissima, la tensione che ha caratterizzato alcuni momenti della protesta dei lavoratori nella sede dell’azienda, non è sfumata. All’orizzonte, un altro sciopero, questa volta di 24 ore, probabilmente a fine marzo.
Riecheggiano intanto le parole del direttore operativo di Amt Stefano Pesci, ieri duramente contestato: “Senza nuove risorse, senza il nuovo piano aziendale, entro settembre 2011 Amt fallirà”. La prossima settimana l’assessore regionale ai trasporti Enrico Vesco, dovrebbe convocare nuovamente i sindacati dopo la fumata nera di venerdì scorso quando le rappresentanze abbandonarono la riunione. Intanto anche a Palazzo Tursi si studiano le possibili mosse per scongiurare da una parte il taglio di linee (sembra che l’azienda abbia diminuito da 3 milioni di km a 2,5) osteggiato anche dai Municipi, dall’altra evitare il fallimento di Amt, alle prese con i buchi di bilancio che secondo i vertici aziendali, solo il piano presentato potrebbe sanare. Per tamponare le emergenze del 2011 è al vaglio la possibilità di un ritorno del patrimonio immobiliare, da Ami a Amt: ascensori, cremagliera, funicolari e i nuovi treni del metro. Ma questo non risolverebbe i problemi strutturali a lunga durata.