Teatro, “De Scalzi’s Restaurant” al Politeama: la cultura genovese tra musica e sapori

Genova. Uno spettacolo che è un viaggio all’interno della cultura genovese, tra canzoni strappate alla tradizione, ma anche sapori e narrazioni: domenica 30 gennaio alle 21 il cantautore ligure Vittorio De Scalzi porta sul palco del Politeama Genovese il suo spettacolo “De Scalzi’s restaurant”, nato da un’idea di De Scalzi stesso e di Gian Piero Alloisio, che è anche il curatore dei testi, per la regia di Pepi Morgia. Un palcoscenico-trattoria che accoglierà il meglio del panorama artistico cittadino: l’attore Enrico Campanati, nelle vesti di cuoco d’eccezione, suggerirà agli avventori pietanze gastronomiche e musicali sui generis, accompagnato da interpreti quali il chitarrista Armando Corsi, il bluesman Paolo Bonfanti, la Squadra dei canterini, il Circolo Mandolinistico ‘Risveglio 1923’, la banda Filarmonica di Cornigliano, il cantautore Max Manfredi e gli Gnu Quartet. Ad accompagnare i protagonisti di questa particolare performance teatrale ci sarà la band composta da Andrea Maddalone, Edmondo Romano, Andrea Chiellini, Francesco Bellia. Ospite d’eccezione Gino Paoli, che interpreterà tre brani estrapolati dal suo repertorio. Naturalmente in dialetto genovese, la ‘lingua’ ufficiale di questo show.

L’idea del ristorante come ambientazione è stata una scelta quasi naturale per Vittorio De Scalzi: “Mio padre aveva un ristorante a Genova che è rimasto famoso – spiega il cantautore – dove metà dei genovesi hanno fatto il pranzo di matrimonio e di battesimo. Si chiamava ristorante Gianni a Sturla. In suo onore ho voluto dedicargli questo spettacolo che si svolgerà in un immaginario ristorante dove arriveranno ospiti: da Gino Paoli a Max Manfredi, Armando Corsi, squadra di canto, una bandas. Ho ricreato un’atmosfera familiare per Genova, anche perché tutto il concerto è in genovese: dalle canzoni tradizionali a quelle che lo saranno tra 50 anni, nuove, ma tutte in genovese. Un percorso che parte da lontano e arriva alle canzoni di Fabrizio De Andrè in genovese (Creuza de mä), fino alle canzoni del mio disco, “Mandilli”. L’attore di teatro Enrico Campanati è il cuoco e mi aiuta nelle parti da anfitrione, riceve cioè gli ospiti che verranno a cantare e a mangiare nel De Scalzi’s Restaurant”.

Un’altra personalità celebre legata a Genova, Gino Paoli, spiega i motivi della sua apparizione sul palco del Politeama: “Ho dato la mia adesione immediatamente perché mi sembrava un tentativo molto importante. Non vengo a cantare una canzone mia, questo mi interessa molto poco, anche perché gli spettacoli li faccio da solo, non ho bisogno di andare in giro. Paoli anticipa quali canzoni porterà sul palco: “Per il pubblico genovese canterò una canzone antichissima, una di Mario Cappello, quello famoso che in Argentina aveva scritto “Ma se ghe pensu”. Questo pezzo parla di un rione di Genova che è sparito, è stato buttato giù, ora ci sono i grattacieli. A Genova, come in tutti i dialetti, c’è la canzone che riguarda un quartiere sparito; c’è sempre un rimpianto di cose che c’erano e non ci sono più. Poi canterò altre due canzoni: “O Scioco” (Lo scirocco) e “Ariu” (Arrivo), che è un gioco sugli equivoci perché “Ariu” è una samba, e in genovese vuol dire “Arrivo”.

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