Levante. Potrebbe esserci anche la così detta tassa di soggiorno nel decreto sul federalismo fiscale municipale al vaglio del Parlamento nelle prossime settimane. E sulla possibilità di adottare, a discrezione dei vari comuni italiani, lo “speciale tributo”, Stefano Zerbi, presidente Federalberghi Levante, mette in evidenza le eventuali ripercussioni negative e positive.
“La funzione di esattori nei confronti dei clienti a noi non è mai andata a genio – spiega – tra l’altro, l’introduzione della tassa di soggiorno, potrebbe influire a livello internazionale nella nostra posizione sul mercato rispetto ai concorrenti, che già adesso sono più competitivi”. Questi, secondo Zerbi, gli aspetti negativi. “Se poi, però, i soldi entranti grazie alla tassa venissero utilizzati per presentare progetti concreti e marketing planner, potremmo collaborare tutti insieme per dare un effettivo rilancio al turismo, anche durante la bassa stagione. Non parlo di manifestazioni sporadiche, ma di una progettazione solida a medio-lungo termine, in grado di dare le giuste risposte ai clienti, sempre più esigenti e attenti a un turismo di qualità”.
L’assessore al Turismo della Regione Liguria, Angelo Berlangieri, ha invece affermato la sua contrarietà: “Per la Liguria non sarebbe sostenibile, in questo momento, l’introduzione di una tassa di soggiorno o di scopo per le strutture ricettive. Il nostro sistema turistico sta vivendo una situazione di forte competitività con i Paesi vicini dove l’aggravio fiscale per gli operatori è inferiore al nostro. Loro hanno l’Iva al 4,5 per cento, noi al 10, tanto per fare un esempio. Anche i sindaci non credano che la tassa di soggiorno possa essere un’entrata utile, servirà solo a mettere in grosse difficoltà le aziende ricettive dei loro comuni. Più che una mossa per il federalismo – ha concluso Berlangieri – la tassa di soggiorno sarebbe un boomerang fiscale molto doloroso per l’economia locale”.