Cronaca

Sminamento bombe: Liguria seconda in classifica con il 20% di interventi

Recco. Domenica circa mezza Recco sarà evacuata per consentire lo sminamento della bomba d’aereo della seconda guerra mondiale da 1000 libbre, pari a 500 kg, con all’interno 240 chili di esplosivo. Questo delicato intervento, che sarà messo in atto dagli artificieri del 32° reggimento genio della brigata alpina Taurinense, ne segue altri numerosi svolti nel nord ovest durante il corso del 2010, per la precisione 120.

Il Piemonte è la regione che ha registrato il numero piu’ alto di interventi (77% del totale), ma la Liguria (20%) lo segue al secondo posto, seguita con un bel distacco dalla Valle d’Aosta (3%). Numerose le tipologie di ordigni ritrovati dai team del 32°: bombe a mano, proiettili di artiglieria di vario calibro e bombe d’aereo risalenti principalmente alla seconda Guerra Mondiale, quasi sempre in buono stato di conservazione e ancora a rischio di esplosione.

Gli specialisti dell’Esercito appartenenti al 32° genio sono organizzati in team di pronto intervento denominati ‘EOD’, sigla inglese che sta per Explosive Ordnance Disposal, ovvero bonifica ordigni esplosivi, compito che assolvono in via esclusiva dal 1° aprile del 2006.

Tipicamente gli interventi consistono nel riconoscimento dell’ordigno, al fine di valutarne le caratteristiche e la pericolosità, per poi procedere al disinnesco e alla distruzione mediante cariche fatte esplodere in modo controllato.
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Il lavoro dei team EOD si svolge in coordinamento con le forze dell’ordine e le autorità locali, per garantire la sicurezza nell’area di ritrovamento degli ordigni, l’eventuale evacuazione di centri abitati e l’interruzione (per la durata dell’intervento) di strade, ferrovie e dello spazio aereo sovrastante la zona di intervento.

Gli operatori specializzati della brigata alpina Taurinense vantano una lunga esperienza accumulata specialmente nel corso delle missioni all’estero, in paesi martoriati dalla guerra: Bosnia, Kosovo, Albania, Libano ed Afghanistan. In questi casi gli ordigni ritrovati sono spesso fabbricati artigianalmente, con materiali di fortuna e riciclando materiale esplosivo di recupero, costituendo così una difficoltà in più in termini di riconoscimento e di intervento.

Nei teatri operativi oltremare, i genieri dell’Esercito svolgono inoltre opera di prevenzione sul tema degli ordigni inesplosi, tenendo lezioni di riconoscimento e comportamento ad un pubblico selezionato: bambini delle scuole e forze armate locali, in collaborazione con le agenzie ad hoc delle Nazioni Unite.

Da diversi anni i team EOD possono contare su equipaggiamenti di ultima generazione, tra i quali figurano le speciali tute antiesplosione del peso di 40 kg, il robot telecomandato ‘Wheelbarrow’ e i cannoni ad acqua, che consentono agli specialisti di operare a distanza mediante l’occhio della telecamera e di disarticolare gli ordigni inesplosi con getti di acqua di centinaia di atmosfere.

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