Genova. Trovati i colpevoli del furto di motori marini in tutta la Liguria, 10 dei quali rubati a Genova nella notte tra il 24 e il 25 gennaio. Giovedì scorso circolavano con fare sospetto nei pressi del porto di Varazze a bordo di un furgone con targa tedesca e di un’auto con targa bulgara. Ad un controllo dei carabinieri della locale Compagnia, i cinque romeni – tutti di età compresa fra i 18 e i 23 anni – hanno mostrato nervosismo assistendo alla perquisizione dei loro mezzi. A bordo di essi, infatti, i militari trovarono vari attrezzi da lavoro (da chiavi inglesi, cesoie, paranchi), un forte odore di olio meccanico e, ad un controllo più accurato, un foglio di assicurazione più due strane targhe appartenenti a motori marini risultati poi rubati a Vado Ligure il 9 gennaio scorso e a Genova Voltri nella notte fra il 24 e 25 gennaio. Elementi sufficienti ad insospettire gli inquirenti, ma non a formulare precise accuse nei confronti dei cinque che, così, erano stati rilasciati.
Nel frattempo, però, le verifiche da parte dei carabinieri di Varazze, Vado Ligure e Savona sono proseguite fino a quando, grazie al monitoraggio degli spostamenti del furgone guidato dai sospettati, i militari si sono accorti che questi si stavano avvicinando al confine, direzione Romania, con l’intento di far perdere le tracce di sè. Di qui l’intervento dei carabinieri di Tarvisio, provincia di Udine, che hanno bloccato il mezzo al confine. A bordo vi erano due dei cinque rumeni – M.S. e A.F., entrambi di 23 anni – che stavano trasportando 17 motori marini (del valore complessivo di circa 150mila euro), oltre ad una mini-betoniera e a vari attrezzi da lavoro. Dunque per loro sono scattate le manette.
Dei 17 motori sequestrati, 10 risultano essere stati rubati a Genova nella notte fra il 24 e 25 gennaio scorso. Non vi è però traccia, fra questi, dei motori sottratti a Vado Ligure, segno che probabilmente sono già stati portati oltreconfine (tra il 5 e 10 gennaio sono stati 15 gli “esemplari” rubati nel Savonese). Questo, per i carabinieri, sta a testimoniare la presenza di un’organizzazione molto vasta e ben strutturata che si occupa della commercializzazione illegale di questo tipo di “merce” e che ha uno sbocco in Romania. Ora si cercano gli altri tre complici, oltre a quelli ancora non “noti”.