Genova. E’ durata circa 4 ore l’arringa dell’avvocato Andrea Vernazza, difensore di Giovanni Antonio Rasero. Alla fine una conclusione decisa e chiara: Rasero è innocente.
Il legale ha messo evidenza due linee parallele riguardanti Caterina Mathas, definita bugiarda, incoerente e inattendibile su tutta la linea, e Giovanni Antonio Rasero, a sua volta ritenuto bugiardo, ma perché in preda alla paura quando si è accorto che il bimbo era morto. “E’ un processo – ha detto – nel quale la personalità dei protagonisti ha un estremo rilievo, le condotte degli imputati sono sintomatiche nel loro modo di essere”.
“Quella sera – ha affermato – la Mathas era in preda a costante inquietudine, come hanno riferito alcuni testimoni”.
Dopo aver lasciato la casa del suo amico a Rapallo, insieme a Rasero e al bimbo la donna raggiunse il residence di Nervi dove entrambi assunsero cocaina. Poi la Mathas uscì per cercare altra droga.
“Rasero – prosegue il legale – andò a letto dopo aver preso un po’ di hashish come calmante e quando la donna rientrò, dopo circa un’ora e mezza, era nervosa, parlò diverse volte al cellulare e a un certo punto lo lanciò contro il muro scollegandolo. E’ più attendibile Rasero colpito da raptus o la Mathas in stato di carenza di cocaina?”.
Poi Vernazza ha smesso di parlare per un minuto e 36 secondi, per dimostrare ai giudici della corte d’assise che quello è il lasso di tempo in cui la Mathas è rimasta sola. Un lasso di tempo in cui è possibile uccidere. E ha spiegato che Rasero è uscito per 5-6 minuti per comperare le sigarette nel vicino distributore e che per complessivi 3 minuti e 24 secondi, staccati tra loro, la Mathas è stata costantemente al telefono, come risulta dai tabulati.
Vernazza ha sottolineato che Rasero quando si accorse che il bimbo era morto si spaventò e non chiamò come era logico il 118, ma per paura. Poi svegliò la donna insieme alla quale portarono il bimbo al Gaslini. E ha domandato:”Perché lei non si accanì contro Rasero e non chiamò la polizia ma si fece accompagnare al Gaslini?”.
Infine l’avvocato Vernazza ha commentato le presunte sevizie al bimbo come il morso del quale, ha detto, “non vi è una prova certa ed il calco dentale non è riconducibile alla bocca di Rasero”.