Genova. Tredici appartamenti adibiti a magazzini clandestini per la fabbricazione di capi contraffatti, 7 arresti, 27 denunce e circa 200mila euro di merce sequestrata. Questa è soltanto una piccola parte del resoconto delle operazioni svolte dalla polizia del commissariato di Prè, volte a contrastare il sempre più diffuso fenomeno di contraffazione di capi di abbigliamento nei vicoli del centro storico.
I poliziotti, durante i loro blitz, hanno rilevato la presenza di molti appartamenti adibiti a veri e propri laboratori, in cui svariati lavoratori, per lo più africani, cuciono etichette delle griffe più alla moda su capi di abbigliamento acquistati nei negozi cinesi. Il monitoraggio dell’attività illecita ha permesso anche di accertare due tipi di contraffazione: quella prodotta in loco e quella di importazione.
Quest’ultima consistente nel procurarsi merce falsa da importatori toscani o campani, principalmente in pelle o tessuti pregiati, come borse o scarpe delle griffe più prestigiose. La contraffazione locale, invece, consiste nel comprare etichette di false marche, al prezzo di circa 20 centesimi l’una, per poi attaccarle su vestiti dal taglio simile a quelli delle più famose case di moda, sia italiane che straniere. A svolgere il lavoro di etichettatura e cucitura dei capi falsi sono principalmente persone di origine senegalese presso le proprie abitazioni-laboratorio e il prezzo di un capo finito, comprensivo del marchio e della mano d’opera, si aggira intorno ai 25 o 30 euro.
Durante questo capillare lavoro svolto dalla polizia del commissariato di Prè sono stati scoperti 13 appartamenti utilizzati come laboratori e magazzini, sono stati controllati 57 extracomunitari, di cui sette arrestati e 27 denunciati, 3 macchine da cucire (sequestrate), circa 10mila capi contraffatti, oltre 10mila euro, probabile provento della vendita e 15mila etichette false. Il valore complessivo della merce sequestrata si aggira intorno a 200mila euro.