Genova. “Quella che sta per finire è stata una autentica settimana di passione per i pendolari della linea La Spezia-Genova: il treno 11258, da solo, ha totalizzato più di 1 ora e mezza di ritardo”. Il j’accuse arriva direttamente dagli stessi pendolari, che, fatti alla mano, documentano tutti i ritardi: lunedì 17 un’ora e 13, il giorno dopo “solo” 27 minuti. “La cosa buffa è che è arrivato puntuale a Brignole alle 8.00, è ripartito alle 8.15 e si è incagliato a Principe per poi ripartire dopo aver ceduto il passo ad un treno per Albenga. Naturalmente nessuno, e men che meno i ferrovieri, sapevano chi dei due sarebbe partito prima. Chi ha scommesso sul treno sbagliato si è ritrovato in ritardo di quasi mezz’ora”.
Giovedì, il regionale 11258 ha messo a segno un nuovo ritardo, transitando a Sestri Ponente alle 8.42 anziché alle 8.26. Ed infine, venerdì 21 si finisce in bellezza: presso la stazione di La Spezia, il treno regionale 2044 delle 6,03 (La Spezia-Torino) e’ stato soppresso. “E chi lo ha sostituito? Ma è chiaro, il regionale 11258 Sarzana-Savona delle 6,27 – spiega Sonia Zarino, Coordinamento Pendolari Liguri – E con quale risultato? Il regionale 11258 previsto in arrivo a Sestri Ponente alle 8.26 vi e’ giunto alle 9.16. Totale: 50 minuti di ritardo. Facendo due conti, ha accumulato in una settimana 1 ora e 33 minuti di ritardo. Chi paga i permessi per recuperare i ritardi accumulati in questi giorni – si chiedono poi i pendolari – E gli eventuali richiami disciplinari? Arrivare sistematicamente in ritardo al lavoro più seriamente compromettere il rapporto con le aziende e penalizzare in modo significativo il clima lavorativo dei dipendenti”.
“Non sono pochi coloro che hanno rinunciato ad usare i mezzi pubblici a causa della loro poca affidabilità – conclude Zarino – purtroppo l’evoluzione di questi anni non può che rafforzare la loro decisione a servirsi del mezzo privato, spendendo di più loro malgrado in benzina, pedaggi e stess psico-fisico”.