Politica

Laurea a Saviano, Pd e Idv concordi: “Motivo di orgoglio per la Liguria”

Roberto Saviano

Genova. Partito Democratico e Idv uniti nella certezza che la scelta dell’ Università di Genova di conferire la laurea honoris causa in Giurisprudenza a Roberto Saviano sia un motivo di orgoglio.

“Pochi come lui nel Paese rappresentano oggi la lotta per la legalità e contro le mafie – ha affermato il segretario regionale del PD Lorenzo Basso -. La sua voce è quella della società civile che si affianca e sostiene lo Stato nella battaglia culturale contro la criminalità organizzata. Saviano è l’alfiere di un mondo di onesti e coraggiosi associazioni, imprenditori e amministratori che ogni giorno mettono a rischio la propria vita e quella delle loro famiglie per affermare un’idea di Paese in cui la legalità vince sulla violenza, il merito sulla corruzione, l’interesse generale su quello individuale”.

“La scelta dell’Università è tanto più importante – dice ancora Basso – in un momento in cui la Liguria è investita e sconvolta da episodi sempre crescenti di infiltrazione mafiosa. Mettendosi al fianco di Saviano, l’Università di Genova ribadisce come il negare l’esistenza della mafia getti le basi per quella cultura dell’omertà su cui la criminalità organizzata prospera. Di mafia non si parla mai abbastanza. Perché è solo parlandone apertamente che la si affronta e la si sconfigge”.

Stessa idea l’ha espressa Giovanni Paladini, coordinatore regionale dell’Idv Liguria: “E’un segno di stima nei confronti di un giovane che con coraggio e ostinazione combatte quotidianamente le mafie, sia quelle delle sparatorie per la strada che e quelle in doppiopetto all’interno dei palazzi del potere, scalfendo armato solo di penna l’aura d’indifferenza e il muro di omertà che circonda questa delicata questione”.

“Credo che Saviano rappresenti non solo un giornalismo acuto e scrupoloso ma un vero e proprio simbolo cui le nuove generazioni dovrebbero ispirarsi – scrive Paladini -. E’ innegabile, infatti, che la lotta alla mafia sia da intendersi come una rivoluzione culturale, un diffondere i principi di legalità come valore verso cui orientarsi nella vita di tutti i giorni. E’ solo attraverso la conoscenza, l’informazione e la cultura che si può sperare di minare alla base questa piaga tristemente nostrana. Date queste premesse, la decisione dell’Università di Genova non può che rallegrarci, rappresentando un’importante testimonianza a favore dell’impegno sociale e culturale, e che arriva proprio mentre in Veneto i censori padani discutono di liste di proscrizione e elenchi di libri maledetti”.

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