Genova. Una vita già toccata, una decina di anni fa, da una cruda tragedia che portò il suo nome e quello della sua famiglia alla ribalta delle cronache: l’uomo che oggi è morto all’improvviso, mentre in compagnia di amici e parenti consumava il suo pasto al bar di Palazzo Ducale, era Giancarlo Diamante, 64 anni, padre di Stefano Diamante, il ragazzo che nel 1999 uccise la madre a coltellate e martellate per paura di confessarle che non era così vicino alla laurea come lei credeva.
Era la notte del 22 ottobre quando il ragazzo dopo che nei giorni precedenti aveva annunciato che si sarebbe presto laureato, reduce da una serata a base di cocaina, uccise la madre brutalmente colpendola più volte.
“L’ha uccisa un ladro”, aveva raccontato in un primo momento, ma dopo un’ora di interrogatorio era crollato confessando il terribile crimine. Assolto in primo grado per incapacità di intendere e di volere, tornando in libertà, aveva aperto una trattoria e aveva riallacciato i rapporti col padre. Ma nel 2003 la Cassazione lo aveva condannato in via definitiva a 30 anni di carcere, confermando la sentenza della Corte d’Appello.
Sul corpo di Giancarlo Diamante, a disposizione dell’autorità giudiziaria, nelle prossime ore il pubblico ministero di turno potrebbe disporre l’autopsia.