Genova. Sbloccare la partita del sesto bacino di carenaggio, sollecitando una scelta rapida dell’Autorità Portuale a favore di una delle opzioni in campo, bacino fisso in muratura o galleggiante in acciaio. E’ quello che ha chiesto in consiglio provinciale Renata Oliveri al Presidente Repetto, membro del Comitato Portuale che indirizza le scelte dell’Autorità Portuale.
Il rappresentante di vertice dell’ente ha accolto con favore la manifestazione di opinione della consigliera Oliveri garantendo di voler portare l’istanza presso il presidente dell’Autorità portuale, Luigi Merlo, attraverso il Comitato in cui siede come rappresentante della Provincia.
Nella sua replica, Repetto ha anche ricordato il proprio impegno a favore dello sviluppo dell’economia portuale e marittima e in particolare dell’occupazione nel settore, e la fiera opposizione al progetto del cosiddetto “affresco” di Renzo Piano.
L’economia marittima della provincia e della regione è stata peraltro al centro dell’intervento della consigliera Oliveri, che ha ricordato come il porto soffra “la mancanza di un bacino di carenaggio da quarant’anni, ovvero da quando negli anni ’70 si scelse di costruire il superbacino galleggiante, che rimase la grande incompiuta del porto e che nel 1997 venne alienato
quasi gratuitamente alla Turchia, che oggi lo utilizza con grande profitto.
La consigliera Oliveri ha tenuto a precisare che non prende posizione per un’opzione o per l’altra (muratura o galleggiante) perché
le valutazioni tecniche non spettano ai politici. “Chiedo però che
qualsiasi scelta si faccia, la si faccia velocemente – ha esortato – e
che una volta fatta, la si realizzi senza guardare in faccia nessuno”.
Su questo aspetto il presidente Repetto ha dichiarato che “come abbiamo chiesto sacrifici ai cittadini coinvolti dalla realizzazione della Gronda e del Terzo Valico, li chiederemo anche ai soggetti toccati da questa opera, il cui scopo è favorire lo sviluppo economico”.
Stesso spirito di attenzione ai risvolti occupazionali della vicenda anche nelle parole del consigliere Pernigotti, della lista Biasotti, anch’egli intervenuto sul tema: “A causa della mancanza di un sesto bacino di gradi dimensioni – ha osservato – molti riparatori navali lamentano un calo del lavoro o sono costretti a lavorare in altri porti italiani e stranieri”.