Cronaca

Genova, Rc e Pdci su buche: “Vogliono privatizzare Aster, non credete ai venditori di asfalto”

buche

Genova. Non si placano le polemiche sulla questione delle buche in città. Da una parte c’è chi attacca la gestione pubblica delle manutenzioni, con particolare riferimento alla municipalizzata Aster, e dall’altra c’è chi invece difende a spada tratta l’azienda comunale e la gestione pubblica di un servizio essenziale per i cittadini. Parte dal gruppo di Rifondazione Comunista in Comune la linea difensiva, questa volta con una nuova chiave di lettura: “Attaccare i diritti di chi lavora è diventato ormai un tema ricorrente in Italia: l’attacco può essere condotto apertamente, come avviene in questi giorni nel caso Fiat o avvenire in forma subdola ed indiretta come sta succedendo in questi giorni a Genova con il cannoneggiamento concertato da industriali ed economisti rampanti nei confronti dei lavoratori di Aster”.

“L’argomento di comodo – scrivono in una nota congiunta Rifondazione comunista e Pdci – sono le buche in città ma gli obiettivi veri della campagna d’inverno condotta dagli industriali edili sono lo spacchettamento di Aster e l’ennesima privatizzazione di un servizio, la manutenzione delle strade, condotto da una azienda di proprietà pubblica.
Chi contesta oggi la qualità del lavoro condotto sulle strade della nostra città, dimentica di essere responsabile di 50 anni di ambiente devastato sulle nostre colline, di case costruite con il cartone, fatiscenti dopo pochi anni.
Quelli che ora contestano il costo del lavoro in Aster e criticano la presenza di lavoratori ultracinquantenni o inabilitati, sono gli stessi che nelle aziende sfruttano all’osso chi ha buone forze e scartano, in funzione del loro profitto, chi per età e dopo decenni di lavoro, non regge il ritmo. Sono i paladini del lavoro precario, i subappaltatori ad imprese fantasma, gli elusori del diritto ad un lavoro stabile, giustamente retribuito e, tema particolarmente sensibile in questo settore, svolto nel pieno rispetto delle norme sulla sicurezza. Il loro intento è chiaro: mettere le mani su una nuova fonte di profitto picconando al contempo i diritti dei lavoratori.

Per far questo non ci si esime ovviamente dalla falsificazione delle notizie. Ad esempio si dimentica che buona parte dei problemi sulle nostre strade sono dovute agli scavi malamente condotti da grandi gruppi industriali o da aziende in corso di privatizzazione, secondo un consolidato modello: privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite (in questo caso costituiti dalle ben note buche). Ci rivolgiamo quindi a tutti i cittadini genovesi invitandoli a non credere alle facili chimere dei venditori di asfalto a buon mercato e difendere i diritti di chi lavora. Una migliore manutenzione delle strade della nostra città così come, in generale, il miglioramento dei servizi, può passare solo attraverso un diffuso miglioramento delle condizioni di vita e dei salari, con un giusto riequilibrio delle risorse e non affidando un servizio pubblico alla speculazione di pochi. Per noi la soluzione ai problemi – concludono – è che Aster rimanga un’azienda pubblica, unica e dotata delle risorse (e del personale) di cui necessita per poter svolgere al meglio la propria opera”.

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