Genova. Tra poco meno di mezz’ora nella chiesa di san Francesco D’Assisi a Pegli si svolgeranno i funerali di Giulia, la bambina di 8 anni morta all’ospedale Gaslini nella notte tra martedì e mercoledì.
La piccola era stata ricoverata il 3 gennaio scorso per una tonsillite curata con antibiotici, ma nel giro di poche ore le sue condizioni si erano aggravate, tanto da essere trasferita in rianimazione, dove è morta.
Il referto parla di “shock ipovolemico con iperpotassemia e oliguria, generalizzato e intrattabile”, ovvero un forte scompenso metabolico con perdita di liquidi che ha danneggiato gli organi, in particolare la funzione renale, determinando un’anomalia negli elettroliti con un drastico aumento del potassio, e portando ad uno scompenso complessivo che è risultato irreparabile, nonostante tutti i tentativi messi in atto dai medici per la reidratazione e la correzione, tanto da determinare l’arresto cardio-circolatorio.
Dall’ospedale pediatrico parlano di una sindrome infiammatoria dovuta ad un agente patogeno che dalla sintomatologia e sulla base dei dati fino ad ora raccolti sarebbe stato determinato da un’infezione batterica e non virale.
“Al momento – spiega il direttore sanitario dell’istituto Gaslini di Genova, Silvio Del Buono – la vicenda clinica della piccola è lineare. Dall’evoluzione dei sintomi ci sentiamo di escludere la meningite o una forma di influenza. Saranno comunque le analisi che abbiamo predisposto a dare una risposta definitiva”.
Per ora non risulta aperto alcun fascicolo sulla vicenda, anche perché la direzione sanitaria del nosocomio pediatrico non ha dato alcuna comunicazione al pm di turno, Vittorio Ranieri Miniati, né i genitori della piccola hanno presentato un esposto.
“Non lo so nemmeno io cosa sia successo. So solo che abbiamo portato mia figlia all’ospedale e adesso lei non c’é più”. Parla il padre di Giulia, che non riesce a trattenere il pianto ed i singhiozzi: “E’ inutile parlarne. Non me la riporterà indietro nessuno. Tre giorni fa era viva e adesso non c’é più. Abbiate pazienza, capite il dolore che stiamo provando”.