Emergenza diossina: crollano i consumi di alimenti low cost, sale la domanda di doc e biologico

uova diossina

L’emergenza diossina in Germania ha portato in tutta Europa un crollo dei consumi di formaggi e prosciutti low cost, mentre sale la domanda sul biologico, soprattutto sui salumi che portano l’etichetta con l’origine italiana.

E’ quanto emerge da un monitoraggio effettuato da Coldiretti. “L’etichettatura si conferma come uno strumento di rassicurazione importante nell’evitare un effetto psicosi nei consumi come -sottolinea la Coldiretti- si era già dimostrata efficace nei precedenti allarmi sanitari sulla mucca pazza per la carne bovina e per l’aviaria in quella di pollo, con i consumi che si sono ripresi solo dopo l’introduzione dell’obbligo di indicare la provenienza in etichetta”.

“L’obbligo di etichettatura, tra i prodotti minacciati dall’emergenza diossina, è però in vigore solo per le uova, la carne di pollo, il latte fresco che infatti – rileva la Coldiretti – non hanno risentito di un calo negli acquisti. A differenza dei salumi, mozzarelle e dei formaggi, per i quali l’etichettatura non è obbligatoria, la paura sta penalizzando soprattutto i consumi di prodotti low cost ottenuti molto probabilmente da latte e carne di maiale stranieri, mentre sembrano avvantaggiarsi i prodotti biologici, a denominazione di origine (Dop) e quelli acquistati direttamente dagli allevatori o nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica”.

“Diffidare – prosegue la nota – dei salumi e dei formaggi venduti ad un prezzo eccessivamente basso è il consiglio della Coldiretti che invita a privilegiare gli acquisti diretti dagli allevatori o scegliere prosciutti a Denominazione di Origine Protetta che sono riconosciuti dall’Unione Europea e individuabili dal marchio comunitario (DOP) o da quello del Consorzio di Tutela come i Prosciutti di Parma, San Daniele, Modena, Berico-Euganeo, Carpegna e Toscano”.

“Un effetto non positivo sugli acquisti si sta verificando anche – precisa la Coldiretti – per la carne di maiale fresca per la quale, a differenza di quella di pollo e bovina, non è previsto l’obbligo di etichettatura. Un grave danno per gli allevatori di suini italiani che, già in crisi, vengono ora colpiti incolpevolmente dalla mancanza di regole per la trasparenza dell’informazione che non consente di distinguere il prodotto nazionale da quello importato”.

“Un ritardo che – auspica la Coldiretti – verrà presto colmato con l’approvazione definitiva prevista per il 18 gennaio del disegno di legge in materia di etichettatura alimentare, in sede legislativa alla Commissione Agricoltura della Camera, che è una risposta concreta del nostro Paese ad una emergenza che sta raggiungendo dimensioni inquietanti”.

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