Genova. Si tinge di giallo, con intrighi internazionali e possibili piste terroristiche, la vicenda del container radioattivo sequestrato a Genova nel mese di luglio su una nave della Msc proveniente da Jeddah, Emirati Arabi, e destinato ad un’azienda dell’alessandrino. “Ci hanno assicurato che non c’è motivo di preoccupazione per i cittadini – ha spiegato l’assessore alla Sicurezza del Comune, Francesco Scidone – e che entro la fine del mese la situazione dovrebbe risolversi con l’apertura del container e la scoperta del contenuto”.
Il container, dopo le proteste dei cittadini di Prà e dintorni, è ancora isolato, dopo sei mesi, sulla banchina del sesto modulo del porto di Genova. La messa in sicurezza, salvo operazioni eccezionali, dovrebbe aggirarsi su un costo pari a mezzo milione di euro. “Queste operazioni richiedono sempre un costo importante, perchè devono essere usate tutte le cautele del caso, con l’impiego di molti uomini e mezzi particolari. C’è voluto molto tempo anche perchè ci sono delle indagini in corso, pare – sottolinea l’assessore – che sotto ci siano intirghi di carattere internazionale, ma non abbiamo informazioni precise, né potremmo averle trattandosi di temi così delicati. Ma aldilà della possibilità di trame terroristiche, credo ci siano anche delle piste che portano a interessi economici forti, legati al contrabbando, di rifiuti speciali, pericolosi e radioattivi. Su questo i governi dovrebbero prestare molta attenzione, perchè i cittadini, a loro insaputa, molto spesso vivono, giocano, lavorano su bombe ecologiche. In ogni caso quello che è importante per noi, come civica amministrazione, è che non ci sia pericolo per la salute cittadini”.
Quanto all’istituzione di un organismo ad hoc per fronteggiare situazioni come queste “Credo ci debba essere un maggior coinvolgimento della città su tutto ciò che avviene sul territorio, compreso l’ambito portuale, detto questo gli enti e le autorità preposti a questo caso stanno lavorando bene – ha concluso Scidone – e non credo sia necessario un ulteriore interessamento da parte di altre istituzioni, fermo restando che saremmo prontissimi a dare una mano nel caso occorresse”.
Alberto Maria Vedova – Tamara Turatti