Genova. Nell’attesa che il container radioattivo venga bonificato, sul sesto modulo della banchina di Prà continuano i controlli e le operazioni per la messa in sicurezza finale, in vista del giorno dell’apertura, che secondo quanto più volte detto dalle istituzioni, dovrebbe avvenire entro il mese di febbraio. Sarà un robot a identificare la sorgente radioattiva e a procedere poi all’estrazione del Cobalto 60, la fonte radioattiva riscontrata a luglio nel carico di materiale ferroso, probabilmente rame, secondo quanto riportato dalla bolla di accompagnamento, trasportato dal container.
A questo proposito, riferisce l’Arpal, nei giorni scorsi i tecnici romani dell’agenzia nazionale Ispra stanno lavorando con strumenti specifici per determinare l’esatta posizione della sorgente radioattiva che, secondo le ultime rilevazioni, avrebbe un diametro di 1,5 o 2 cm. I vigili del fuoco, stanno invece procedendo con la costruzione di un bunker apposito per effettuare in tutta sicurezza l’apertura del container.
Fino a quel momento il contenitore, partito dagli Emirati arabi e diretto nell’alessandrino, rimarrà isolato con una barriera di cemento ed acqua come disposto dopo il sequestro avvenuto a luglio. Il livello di radioattività è costantemente monitorato dall’Arpal, secondo cui non sussisterebbe alcun pericolo per la salute dei cittadini.
Il dibattito politico intanto non si è ancora sopito, a breve dovrebbe essere convocata una commissione monotematica in Provincia richiesta dai Verdi.