Genova. Circa 2000 le persone si sono unite alla Marcia della Pace di Genova, organizzata, come ogni anno, dalla Comunità di Sant´Egidio per sostenere il messaggio del Papa per la Giornata mondiale per la Pace.
Nella basilica dell´Annunziata, il cardinale Angelo Bagnasco ha parlato della libertà religiosa come “l´arma della pace”: “Noi che viviamo nella libertà religiosa – ha sottolineato – non dobbiamo abituarci alla libertà religiosa come a qualcosa di scontato. Dobbiamo crescere nella fede in occidente, con solidità e concretezza». Di fronte a lui hanno parlato una donna cristiana irakena rifugiata a Genova e Rachele Bati, dell´Associazione pachistani cristiani in Italia, che hanno raccontato delle difficoltà delle minoranze cristiane nel mondo: “Uccidere un uomo – ha affermato Bati – è uccidere l´intera umanità, l´ho letto anche nel Corano”.
Oltre al cardinale, all´arcivescovo Palletti erano presenti la sindaco Marta Vincenzi, il presidente della Provincia Alessandro Repetto e diversi assessori e consiglieri di tutti gli enti locali.
Numerosi i bambini, gli immigrati e la gente che con i cartelli ha ricordato i 37 paesi ancora coinvolti in conflitti. “La pace – spiega Andrea Chiappori, responsabile genovese di Sant´Egidio – non è solamente la fine della guerra, ma è la solidarietà con i tanti troppi poveri del nostro mondo. È necessario imparare l´arte del dialogo, che non indebolisce nessuno e fa riscoprire il meglio di sé stessi».
I duemila genovesi presenti alla Marcia per la pace si sono uniti alle diecimila persone che stamattina hanno sfilato fino a piazza San Pietro a Roma e a migliaia di oltre 600 città di 70 paesi nel mondo, dove la Comunità di Sant’Egidio promuove in questi giorni manifestazioni, marce e preghiere per la pace.